20 ago 2011

tempi vuoti....




Dicono che io non ami le attese, che sia impaziente fino al senso dell'iperattività, che sia così poco incline al senso di "orario" da essere divenuta ritardataria....Dicono, dicono. 
Dicono un sacco di cose.
So bene che non amo le attese,  ed è vero che se posso accelerare io schiaccio il pedale fino in fondo.
E' vero anche che non amo che qualcuno o qualcosa condizioni il mio tempo, ma sento -  con una certezza pressochè infallibile -  che nessuno ancora individua il bersaglio. 
Però applausi! 
Son tutti bravissimi nel fotografare i modi!
Sono una persona sbrigativa ma non sono frettolosa, 
sono forse poco incline allo sguardo nel vuoto e poco portata ai giri di parole (anche se il mio mestiere mi ha insegnato a scendere a compromessi anche con loro!) eppure c'è qualcosa che nessuno nomina mai....
Io non detesto le attese e nemmeno i vuoti, io detesto i finti pieni.
Mi spiego, per attendere bisogna credere ed io sono veramente poco portata per questo verbo,
per i vuoti bisogna non disegnare nulla col pensiero ed anche in questo io mi ritrovo ad essere sbadatamente ricca di fantasia.

Ecco, per essere davvero precisi, io sono una purista.
Io- proprio io! - non amo le mezze misure, non sopporto le mezze realtà e non tollero le mezze lunghezze...
Amo le corse disperate, le attese infinite, i vuoti desolanti (ed il loro opposto perfetto ovviamente!).
Io amo infinitamente una tale quantità di cose da togliere il fiato
ma le amo nella loro forma pura,
ogni alterazione della loro realtà mi irrita, 
mi irrigidisce ed infine mi annoia.


Non c'è nulla - in definitiva - che mi attragga che non sia puro, pulito, profondamente incorrotto, inesorabile e feroce.
Il resto è una specie di chiasso che so domare a volte o con cui mi copro. 
Ma non mi dona, si vede....
Come se mi si spegnesse l'incarnato.


p.s. Lo so la punteggiatura è tutta sbagliata, ma io....avevo un desiderio irrefrenabile di scrivere!
Sostanza pura in forma scorretta.
Il mio grande classico preferito...


16 ago 2011

Prima!



La Cuore d'Oro non sbaglia mai davanti ad una impresa davvero impossibile!
Cantate con me, fratelli....

29 lug 2011

Piccoli dettagli di una notte di nubifragio.



L’aria ha un odore che invita alla solitudine profonda.
Qualcosa che ha più a che vedere con il non avere bisogno di nulla che con la voglia di stare soli.
E’ una questione di risparmio.
E' tutto talmente nuovo che non ti serve nemmeno di riflettere sullo stupore che hai sul viso e la profonda calma che senti salire dal fondo.
Si prova qualcosa di perfetto quando scende una pioggia così cupa, d’estate come d’inverno.
Forse è la sottile sensazione che tutto il mondo attorno a te è vivo.
Vivo di acqua.
Lampo parla a Tuono e si dicono cose che non possiamo capire.
Mi incuriosiscono però e mi metto ad origliare, ferma dietro i vetri delle finestre, da dentro le macchine …si spia il cielo quando piove, si cerca di comprenderlo, come stesse lì per la prima volta.
E mi piace anche di  restare muta quando proprio non mi riesce di rimanere sola.
Con la pioggia a me si asciugano le parole e si svegliano i sensi, si aprono i polmoni, si allungano le dita.
Guardo ad un cielo che riconosco appena esattamente come quando ero piccola, niente di niente è cambiato da allora, niente di niente si è spostato dentro e fuori di me.
Ha lo stesso colore eppure non è lo stesso, ha gli stessi pensieri ma io non li ho ancora mai intesi, ha il mio stesso sapore ma non ci siamo mai baciati, ha il mio stesso sguardo ma non sta fissando me.
Almeno sembra.

15 lug 2011

Ninetta's Maison



Sempre meglio.....
(Sartoria Cappelluti - Idioti dal 1979)

1 lug 2011

Vestitini per smorfiosette!


certo è un pò scomoda la fase "prove"
ma la soddisfazione è immensa...




Sartoria Cappelluti
(idioti ma creativi, dal 1979) 

18 giu 2011

Spudorata, quasi insopportabile.


Di una dolcezza infinita.
Divenuta donna,
come per magia.

17 mag 2011

Solitudine. Profonda.





E' ormai cosa certa....quello che rifletto con costanza tipo una volta ogni venti giorni!
Una roba inaudita....è che io vorrei migliorare e il mondo dice "rallenta"
La cosa che mi infastidisce di più è che se non sono felice di questo mi viene pure ricordato
"Sorridi!"....
Ma sì! sorridiamo....in fin dei conti è solo che non migliora davvero mai niente!
A questo senso di isolamento che davvero mi ammazza, ogni giorno di più.

2 mag 2011

Lenti.


Tutto prende forma prima o poi, no?

22 apr 2011

E' vero.




La sofferenza non giustifica il peccato.


D'altronde non eleva la stupidità,
non la emancipa dal suo esser nulla senza peso
dal suo ripetersi monocorde.

La bontà non basta a giustificare quel lento
flemmatico piegarsi, invecchiare, ciarlare di niente

Non basta nemmeno a coprirne lo smunto colore come
farebbe un buon trucco, un cerone forte sotto i riflettori impietosi
di una ragione che infuria
e chiede solo di crescere.

E' vero.
La mia sofferenza non giustificherà mai i miei peccati.
Ma infatti le giustificazioni le sto lasciando - da tempo -
ai deboli, ai  ricchi e ai diplomatici.

E' vero,
tutto assolutamente vero.

Tranne il mio nome sulle vostre labbra.
Scusate la presunzione.

18 apr 2011

Pigolanti




...E superbi,
morbidi e nuovi
sanno di latte
e non ne vogliono sapere di sembrare meno che uccellini
anche se poi lo sappiamo tutti che da grandi...


...Del tutto ignari del loro potere
sparano a zero su questa mia nottata
piena di pesi sullo stomaco.

Ammettiamolo,
 mi sono fatta vecchia per un kebab in piena notte!

Mi fa l'effetto degli arrosticini...
solo che mentre con gli arrosticini mi si materializza una pecora
che non ne vuole sapere di separarsi da me per circa due giorni,
col Kebab non ho ancora capito che cazzo di animale si materializza...
ma è brutto!

Madonna se è brutto....

Vabbè.

I pigolanti pigolano felici.

Anche questa notte,
almeno a musica,
stiamo messi bene.

14 apr 2011

Amore, a volte.

Così lontano dall'immaginabile,
così legato a quello che solo io so e sento
così inseparabile da quello che io sussurro a me stessa
e così diverso da quello che tutti nominano
da restare
a volte
l'unico faro esistente.
Il mio Amore,
a volte.


5 apr 2011

Un'idiota.


dal Manuale del perfetto conduttore radiofonico
cap I 
VOL I
Prima riga.

ACCERTARSI CHE IL MICROFONO SIA SPENTO.

2 apr 2011

Musica e Parole, le mie favorite....

Fin dall'inizio dei tempi...





Era un uomo che sembrava sempre in procinto di andarsene.
Quando lo aspettavi, si faceva vedere con tre o quattro ore di ritardo, oppure non arrivava affatto, o magari spariva per giorni e giorni, settimane intere, senza lasciare un numero di telefono o una spiegazione.
Ed era sorprendente quanto fosse facile assuefarsi all'amore per lui,
quanto la sua mancanza fosse affine allo stargli assieme:
Lui ti portava così vicina alla solitudine, quella che ognuno sente dentro di sè, quella che si coglie sui volti delle persone nelle metropolitane mezze vuote.
Anche dopo che avevano fatto l'amore e lui si staccava da lei, anche allora, pochi minuti dopo essere venuta, sentiva di perderlo.
Certi uomini, amandoti, ti lasciano nel corpo l'impronta della passione, come un bambino che ti cresce nel ventre.
Possono restarsene lontani per un anno, ma il tuo corpo continua a sentirsi colmo di loro, colmo del loro amore.
Lui ti lasciava come svuotata, colma soltanto della desiderio per lui, di speranza che la prossima volta,
la prossima volta....
E quando ti accorgevi che non avrebbe mai potuto darti quello che chiedevi, lui ormai era l'unica cosa che volevi.
Sentì le lacrime pungerle gli occhi e si ricordò di quello che un suo amico aveva detto a proposito della musica di lui.
Il suo modo di tenere le note ti faceva pensare al momento in cui una donna sta per piangere,
quando la bellezza trabocca dal suo viso come acqua da un bicchiere, e si darebbe tutto pur di non averle
fatto del male, quando il suo viso è qualcosa di così calmo e perfetto che , lo sai, non potrà durare.
Ma quell'attimo, più di ogni altro, ha in sè il presentimento dell'eterno; i suoi occhi trattengono la storia di tutto ciò che le donne e gli uomini si sono detti fin dall'inizio dei tempi.

20 mar 2011

12 mar 2011

Post Nudo #2

(al bellissimo...)


Prendiamo per esempio le finestre di una casa.
Aperte.
O la musica ad un volume alto ma non chiassoso.
La luce che illumina solo i sorrisi.
Le risate che sono tante e sincere.
Nessuna ipoteca sul futuro.
Gli atti per nessuna ragione dovuti.
I mille motivi dimenticati.
La strada vecchia ma nuova, nuovissima.
Le mani gentili.
Le parole semplici.
Il punto di vista, in movimento.
I sapori sono quelli della tua terra.
Le carezze così profonde, così delicate.
Si balla ogni genere di musica, senza distinzione.
I vecchi volti sono vecchi pensieri.
Piccole stupide ragazzate indimenticabili.
Tornata nel piccolo porto di una casa solo mia,
mi godo il viaggio, amici miei,
e me lo godo sempre, sola o in compagnia,
con chi voglio io.

Quanto minchia c'ho messo a ricordarmi di quanta luce faccio io?














19 feb 2011

Soltanto i primi venti minuti...


Una bambina di tre anni è morta, apparentemente annegata
Sua madre scopre che in realtà è stata uccisa
e scopre anche l'identità degli assassini.
Sono due studenti della sua classe.
Due tredicenni, impunibili per via della giovane età.
E decide di vendicarsi, di farlo da madre ferita, da insegnante disillusa, da donna disperata.
Inietta nel latte che fa bere ai due studenti sangue infetto e li condanna 
raccontando all'intera classe quel che ha fatto
a comprendere il valore della vita attraverso il dubbio e la paura di perdere la propria.


qualcuno mi starà già mandando affanculo, sentendosi privato del gusto della storia,
ma vedete questi sono giusti venti minuti di un film capolavoro incontrato per caso.

Per la precisione i PRIMI VENTI MINUTI
il resto del film è tutto ovviamente da guardare
comprendere e scoprire...

Io posso solo dire che come già mi accadde con Festen
adoro i film che non fanno del fatto , del colpo di scena, del mistero
l'esca per tenerti due ore davanti allo schermo.

C'è tanto altro da dire ma magari ne parliamo dopo che lo avete visto....

Confessions
(Kokuhaku, 2010, Giappone)

 Regia: Tetsuya Nakashima

Con: Takako Matsu, Masaki Okada, Yoshino Kimura

Genere: Drammatico


Durata: 106'

3 gen 2011

il 2010.




E' iniziato l'8 gennaio con una confessione che aspettavo di fare da tempo
Ed è finito il 17 gennaio con una violenza.

E' rimasto sospeso nel nulla per parecchi mesi poi all'improvviso è esploso
con un bacio appena sfiorato, che mi ha paralizzato dopo infinite nefandezze davanti alla mia vergogna 
e mi ha legato polsi e caviglie.

Il 25 giugno mi è scappato un urlo, una preghiera ed un silenzio violento, profondo, dovuto e sentito.
E poi...

Tantissimi km, i telefonini finalmente dimenticati, la musica al volume dei miei desideri,
un mare mio come mai nella vita e la certezza che tornare indietro non si può e non si deve, a volte.

Poi i sassi di una spiaggia ficcati nei reni, le nottate passate a cercare di dormire dove nessuno - da solo -  dovrebbe mai, qualche divano di fortuna e una carezza ogni tanto per far finta di vivere.

Una chiacchierata sulla spiaggia piena di confessioni insospettabili fatte a chi non sapevo fosse già mio,
un brindisi davanti ad una cena surreale,
la nostalgia di tutti gli amori passati e la paura di aver perso l'amore dentro,
nel cuore,
 la forza sconsiderata di dire, dopo un' infinita serie di "si", soltanto "no".

Un nome che non vuole andare via ma che si perfeziona in essenza e sostanza.
Uno sguardo sincero nella folla e il senso proibito dello scoprire che per qualcosa e qualcuno 
io esisto ancora e non sono cosa scontata.
Una famiglia, la mia tutta, da tenere lontana per sbagliare e scegliere senza fare male a nessuno.
Una famiglia, mia e non naturale, tutta da riconoscere e a cui non dire mai addio.
Amiche meravigliose insperate e amici di una vita ingialliti col tempo, per invidia, per debolezza.

La paura - quella vera - che avevo dimenticato.
La rabbia - quella sincera - che finalmente esce da me e si fa voce.
E il corpo...nuovo, ancora troppo fermo, ma così vivo, così presente e pronto a cambiare.

Il peso che oscilla tra il nulla e un tutto pensato, 
l'alcool che mi tiene in vita e 
un'estate che ha avuto il mio nome e la mia anima, 
con sofferenza, piacere e dignità

La ricerca di una nuova possibilità, di un nuovo modo di stare al mondo, una corsa impensabile tra me e il mio pensiero,
 a chi fa prima...!

La consapevolezza dopo millenni dei miei sbagli e dei miei meriti.
La voglia di essere una sola persona. integra. intera.
La forza di sbagliare altre mille volte perchè ci credo io e sono pronta a perdere tutto per quello in cui credo.

E il volere che si fa di nuovo religione,
il dovere solo a me stessa una nuova verità, una nuova dignità
e il potere solo piangere a volte, solo ridere, solo godere.
Ancora troppe parole dette, e un bisogno di casa che non pensavo avrei mai sentito così violento dentro di me.

E poi, a parte, qualcuno che mi porta via, ma lo fa davvero,
"perchè altrimenti non posso mai stare con te"

ed è tutela, cura, pensiero, azione e terre mai viste, regalate ai miei occhi in fughe senza pari.

E le mie incoerenze tutte da risolvere e comprendere
e questa dannata attitudine a non affogare che mi fa stare a galla 
ma mai nuotare sott'acqua mai capire nel profondo mai rischiare 
che non mi fa mai fidare di nessuno

questa ottusa attitudine a scappare alla prima che mi mette in bilico...


c'è voluto un anno, meravigliosamente insicuro e portentoso come questo 2010
per togliere la rete....


in agguato in ogni angolo della mia vita e del modo in cui me la giro e rigiro 
tra le parole i sorrisi le mani e il profumo
questa fottutissima capacità di non rischiare mai davvero, tutta ancora da neutralizzare

e intanto un anno nuovo a cui dare il buongiorno,
senza malinconia
senza paura, ormai, davvero


bello o brutto 
ora so che posso sostenerlo
che posso chiedergli di essere come lo voglio io
tutto sta a dirlo 


Attendo le mie nuove parole
e mi sgranocchio patatine fritte

era un anno che non lo facevo!


15 dic 2010

corrierino dei piccoletti



chi ha detto che non passeggiamo mai e non ci svegliamo mai presto?

Pane e cioccolata





Chiamiamola fortuna, forse rivoluzione.
Di certo c'è che di tornare a vedere film non era preventivato
e ancora meno lo era di tornare a scriverne.
La verità è che forse più di tutto mi sconvolge l'ignoranza che conservo dentro di me
e la sorte felice che viene sempre a cercarmi, anche quando tutto farebbe temere che non ho nessuna voglia
di farmi trovare nemmeno da lei.
"Ogni giorno a tutte l'ore nasce un uomo che alla felictà è destinato..."
verissimo, comincio a temere di essere tra questi, che mi piaccia o no, che ci creda o no!

Ad ogni modo
cominciamo da una parola particolarmente cara al mio cuore da qualche tempo a questa parte
"caffèèèèèèèèè!"
Ecco io Lui l'ho sempre legato a questo, al caffè.
"Se nun è bono che piacere è?!"
Lo so che c'è da vergognarsi nel dirlo,
ma insomma una sana ammissione di colpe talvolta fa bene all'anima.

Io Nino Manfredi l'ho sempre pensato stipendiato dalla Lavazza.
Punto.

Poi un giorno, abbarbicata su un divano bellissimo me lo sono trovato davanti che fingeva di non saper scrivere per non farsi riconoscere, poi avvelenato l'ho visto pedalare una bicicletta rovesciata in riva al mare, poi - ed è da qui che parto  - me lo sono ritrovata in un film talmente tanto attuale e complesso che non ho potuto trattenermi.
Toccava proprio parlarne, possibilmente scriverne - che ho scoperto essere il mio solo modo per capire davvero cosa sento.

Bene,
veniamo a Lui - sì, sì Nino - che per l'occasione però di cognome fa Garofalo.
Vive in Svizzera, ma è italiano.
Lavora in un ristorante di lusso, ma è in prova.
Teme e detesta un turco in prova come lui che potrebbe occupare l'unico posto da cameriere libero, ma ci dorme insieme.
Parla a sua moglie in fotografia, ma ascolta la vicina greca suonare il piano (o almeno così pensa...)
Trova una bimba strangolata in un parco, fugge, viene fermato dalla polizia, si sente spacciato ma credono alla sua innocenza e lo rilasciano (anche perchè c'è già un reo confesso ....prete ovviamente)
Viene buttato fuori dal ristorante e dalla Svizzera per aver pisciato su un muro per strada, ma non ha il coraggio di ripartire con gli altri emigranti che cantano disperati e felici "che basta il sole, che basta il mare..."
vive da clandestino per un pò cercando un lavoro e lo trova grazie ad un ricco corrotto manager che è fuggito dall'Italia dopo aver mandato in rovina e per strada millemila operai con tutta la fabbrica ma quello si suicida
si ritrova su un treno ma scende di nuovo che di sentir cantare un milanese "almeno abbiamo la nebbia" proprio non gli regge il cuore
finisce in un pollaio dove tutti vivono la vita di polli e galline e ridono felici sostenendo che in fondo differenza non c'è ma lui si accorge che differenza invece c'è
si tinge i capelli di biondo e si ritrova in un bar, ma che volete si gioca Italia contro Svizzera e a lui il biondo non piace per niente, "goooooaaaaaaaaaaallllllllllllllllllllllllllllllllllllll"
questa il volta il treno lo vuole prendere, anche dopo che l'amica greca - intanto sposata - ha ottenuto per lui il visto....ancora italiani che cantano "almeno abbiamo il sole"....ancora una volta giù dal treno, ma sta volta non in stazione, in una terra di nessuno, probabilmente al confine, ancora in tempo per restare in Svizzera dove forse una possibilità c'è. o forse - è vero - a ben guardare NON c'è se sei nato povero, se sei straniero.


Mille le possibili idee e i possibili spunti,
politici ...che a ben guardare ancora c'è chi dice che tanto abbiamo il sole e a ben guardare ancora c'è chi anche senza sole ci prova senza successo, che da st'Italia -ora come allora- si può solo andare via e che la Svizzera per una pisciata sviene tutta intera ma per i capitali sporchi ha sempre le gambe aperte!

Umani...che in quel solco che pochi provano davvero a superare non è detto che ti tocchi in sorte la vittoria (quasi sei destinato a fallire sembra suggerire ogni singola scena del film), ma che l'impresa è talmente tanto importante e la speranza talmente tanto forte che perfino la più usurata volontà non riesce ad arrendersi.

E poi c'è il personale...che a me interessa sempre troppo forse....che quel mare ce lo abbiamo dentro ma sentirlo cantare talvolta è offensivo, che vista da fuori certa pacifica resa fa schifo al punto che preferiamo un'umiliazione fiera, un insuccesso costante, alcune volte persino ingiustizie scottanti pur di non arrenderci all'idea che è tutto qui, che di meglio non può esserci.

C'è questo ordine pulito di un uomo che vive di nulla
questa qualità assoluta di un attore che in soli tre film ha già scalato tutte le vette ed è diventato il mio attore preferito
questa costante crudeltà di immagine e testi
questa scena del pollaio così spregiudicata e surreale da restarti sulla pelle
e questa cosa attorno che mi confonde, che non capisco, che mi fa sussurrare tra un milione di km fatti e da fare e questa prima serata di insonnia casalinga che
"ogni giorno a tutte l'ore nasce un uomo che al dolore è destinato..."
ed io amo pensare che pur appartenendo all'altra famiglia non posso allontanarmi dal rischio di diventare presto una di loro....almeno per un pò ....almeno quanto basta per sentire che una differenza non c'è.
Quanto basta per vedere che una differenza c'è.


Regia Franco Brusati

Con Nino Manfredi, Johnny Dorelli, Anna Karina

Anno: 1973, Italia

Musiche: Daniele Patucchi


Pane e Cioccolata

27 nov 2010

20 nov 2010

i tuoi fiori.


700 e più km
in meno di cinque giorni

sembro stanca?
Beh ma sono stanca

si stanca chi vive
chi corre
chi ci crede ancora
che chi non crede più
deve restare indietro

sembro diversa?
Ma ovviamente lo sono

diverso è chi non si accontenta
chi vuole cambiare
chi trova il coraggio di lasciare
anche se stesso indietro
per trovarne uno nuovo
tutto da esplorare


sembra che fuggo?
ma è naturale che fugga


fugge chi  ha fretta
chi non può più aspettare
chi pensa fortemente che anche il dove
una sua importanza ce l'ha
talvolta.


sembra che sono incazzata?
lo sono
perchè amo e voglio amare
e non ammetto più ostacoli
alla bellezza che voglio per me.


E se qualcuno si spaventa
pazienza
capirà col tempo
cosa intendevo
quando pronunciavo la parola
"vivere".

La porta è sempre aperta.

E' solo il mio tempo che vale di più
di ogni assurda pretesa
di comprendere
o farsi comprendere.





29 ott 2010

Non ne ho più bisogno. (ovvero morte della tolleranza)






In tempo di Bunga Bunga 

provo per la prima volta sulla mia pelle un senso di schifo atomico.

Per le similitudini.


Tra me, il mondo che ho avuto attorno negli ultimi anni e il Presidente del Consiglio.

Funziona tutto così.

Faccio cose orribili e nemmeno me le giustifico
agli occhi degli altri o ai miei

tanto è tutto concesso no????

tutto opinabile
e tutto discutibile

rischi della comunicazione
del politicamente corretti
della tolleranza
e della santissima cazzo di religione
che - volenti o nolenti - ci ingoia ancora 
nella debolezza e mai nella dignità.


Ecco ora io vorrei dire che provo uno schifo atomico 
e che
mi costasse la vita
non sprecherò più un secondo della mia esistenza
con squallido pietismo
tristissima volontà di quieto vivere
e comoda bontà.


Provo uno schifo atomico
e non ho nessuna intenzione di tenermelo per me.


In quanto al Presidente del Consiglio
ma un bel CI HAI ROTTO IL CAZZO VECCHIO proprio non si può dire????


Ma basta.
Davvero Basta.





28 set 2010

Learning to fly...

Quadrupede quadrumano di grandissime dimensioni, forse volante,
considerati i suoi rapidi spostamenti.
La sua apertura alare, di non facile misurazione, mediamente si
attesta intorno ai 600 km. La media è richiesta dal fatto che questa
creatura non pare avere una dimensione fissa, e nemmeno variabile in
funzione del tempo e della sua crescita o maturazione biologica, come
altre, e più comuni, creature terrestri. La sua dimensione varia in
funzione di variabili che la creatura stessa è restia a pubblicizzare
e che ne rendono particolarmente difficoltoso lo studio.
Quello che è parso di intuire da ricerche approfondite è che sembra
che il suo umore sia inversamente proporzionale alla sua estensione.
Quando è molto piccolo sembra essere molto felice. Sembra quasi che in
posizione raccolta esso raccolga anche le sue energie fin quasi a
brillare di luce propria come una qualunque stella del firmamento.
In assetto piccolo inoltre viene spesso colto in posizione orizzontale
mentre emette suoni non sempre intellegibili.
In assetto esteso, fino a 600 km e oltre, a dispetto della potenza che
una tale estensione lascerebbe presagire, si deprime un poco e spende
molte energie (e molti soldi) anche solo per poter prendere delle
semplici decisioni circa il suo immediato futuro.
Da queste ultime considerazioni pare che alcuni studiosi abbiano preso
spunto per sancirne lo scarso interesse scientifico a causa del suo
basso livello di sviluppo, oltre che una sua inevitabile e prossima
estinzione (eventualità di fronte alla quale la creatura pare abbia
reagito toccandosi i coglioni, ben riconoscibili e di nobile fattura,
con tutte e quattro le mani)
Altri studiosi invece sospendono il giudizio e continuano a studiare
la creatura, certi che saprà riservare grosse sorprese.

18 set 2010

Scena I - interno illuminato a giorno (ma è notte)

Per gli insonni è lo spazio di un pensiero, per Lei era una notte intera da vegliare senza farsi sentire vedere o intuire da nessuno.



Lontana dal letto cui aveva legato la mente ma non il corpo, guardava da una finestra ad una strada diversa dal solito.
Non riusciva ad intuirne bene i motivi ma quella che aveva davanti era la perfetta riproduzione della via di casa sua con qualcosa che non sapeva più di casa.
Il lampione che illuminava l'angolo era spento.
Ma non era questo, mille altre notti lo aveva visto, assente ingiustificato, rifiutarsi da far luce.
Non lo ricordava  - in realtà - ma ne era certa.
Altrove sentiva un bambino piangere, le macchine passare lente, altri uomini - loro non li sentiva fisicamente ma li intuiva chiaramente - pensare.
Come lei.
Soli.
Ad una finestra.



Quello che aveva lasciato alle spalle era il totale di una vita passata a curare dettagli senza mai guardare l'insieme.
E su questo pensiero non riuscì bene a comprendere il perchè cominciò a spogliarsi.
E partì dall'interno, dal sotto, dal nascosto, dall'intimo, dal personale.
Sfilati via i pensieri come indumenti -  pensava -  dovrei restare nuda.
L'emozione che si prova ogni volta che si resta nudi è deludente e sensazionale.
Sposti via la stoffa e quello che resta è solo pelle, solo corpo, e non è nudo, mai veramente nudo.
Peli, nei, pieghe e rughe che parlano e ancora parlano...della tua vita , del tuo scendere e salire su cibo, sudore e malattie.
Eppure tutta quell'aria a contatto...



Altrove - Sì ma dove?
Diversamente - Sì ma come?
E tu che c'entri?
Come stai nudo?
Come sto nuda?

Guardarsi è semplice a volte, guardarsi dentro dico.
Guardarsi è semplice a volte, riconoscersi volevo dire.

Oh sì....ci si sfiora il respiro così tante volte da non capire più se questa commozione così sincera
è vera, è nostra, è viva, è reale.





"Qualcuno dice che sono troppo nervosa per capire come essere me stessa senza ferire me stessa."



"La verità - pensava - è che non è quel lampione che fa la differenza ma questa qui non è più casa mia..."

Altrove...intanto qualcuno fumava.
Ne sentiva il profondo aspirare, quel ridere poco spensierato, quel cercare fuori
fuori da sè si intende
una soluzione.


Accese una sigaretta, lo faceva ogni volta che si sorprendeva a giurare che non ne avrebbe mai più toccata una

e poi sorrise


sì, anche al lampione spento...

...come se ne avesse inteso le parole.


(brano del 15 Luglio 2010.)

15 set 2010

Sdraiata come mai nella vita. ho detto tutto. (1 maggio 2010 h 23 circa)


(Alla mia amica F. e alla mia pelle troppo calda)



Finisce sempre così.
Con i bimbi che piangono e le mamme che gridano e alzano gli occhi al cielo
"che ci vuole una pazienza" e se lo sono dimenticate che "falli anche tu! è bellissimo!!"

Finisce sempre così.
Che ci sono i mariti, in un angolo, che guardano le altre e le mogli che fan finta di non averlo visto
"che ci vuole una gran pazienza" e non se lo riescono più a ricordare che prima ad esser guardate erano loro

Finisce sempre così.
Che mentre ovunque ci sono persone che si innamorano capita proprio a noi di incontrare quelle che smettono di amare
ed è sempre, solo, "che ci vuole una gran pazienza", che non ce lo ricordiamo mai in tempo che
è sempre così che finisce.

Finisce sempre così.

9 set 2010

Vagabondaggio Intellettuale. Dal Martedì alla Domenica...









Il martedì è il giorno delle donne che sole non restano mai del tutto.
Dedicato alla ricerca della domanda se è la risposta che pesa sul cuore.
Strizzato tra i giorni liberi di qualcuno, le lezioni di pilates di qualcun altro e la paura che
alla fine della notte arrivi un giorno. Uguale agli altri. Di nuovo.
La strozziamo nella culla la voglia di andare a dormire, che già dal calar del sole - il Martedì e perfino la Domenica - 
ci facciamo trovare svegli, pronti, con gli occhi sgranati e stanchi che sperano in una novità che non arriva mai.
Da 0 a 10 e poi di nuovo. 
Un gioco buono per tutti i perdenti.
E nello sforzo di sfiorare quell'11 che mi aspetta...apparecchio i nuovi Martedì e provo a vivere una Domenica meno liquida, meno calda e sabbiosa, meno pronta a sudare la sua insoddisfazione al ritmo di un suono che non arriva mai o quasi...

Sì perchè c'è Domenica e Domenica...

E ci sono canzoni che hanno suonato solo per me ed il mare questa estate 
suoni perfetti con cui è bello fare l'amore tra le onde

E le corse sceme verso una solitudine che speri possa prenderti per sempre
che non hai più voglia di tornare indietro 
non hai più intenzione di lasciarti convincere a sorridere, parlare e credere

Belle le onde 
quando ti portano via

Con la tua musica che fa tremare anche il cielo
molto meglio

E poi si torna indietro
e sulla passerella che ti riporta alla vita
ti chiedi poi se è lì 
proprio in quel passaggio nel mezzo
e in tutto quel che senti durante il viaggio
che ha senso il tuo scappare via verso il mare
per tornare indietro ancora una volta, all'asciutto... 


con gli altri.

con tutti gli altri.

Da Martedì a Domenica.


4 set 2010

Primi Appunti.


Chi me lo doveva dire nella vita che per vivere una festa dei 18 anni dovevo averne 31?


Ho imparato poche cose.
ma le ho imaparate bene.





Volere è Dovere






Non esistono persone fidate





Chi ti chiede se hai mangiato ti vuole vivo






Un argomento per volta, per favore.





Onora Padre, Madre e Feste.




13 lug 2010

Perfetta, a volte.

Pace. A volte.


E si sciolgono gli abbracci,
per ritrovarsi più veri.

Si riscoprono le mani 
dolcissime mani che si sfiorano timide

Si dimenticano i rifiuti 
e le offese
l'indifferenza
e la resistenza nervosa delle spalle a tutti quei no

Si sente di nuovo l'odore dei propri sbagli
e delle proprie perfette incertezze

Si accetta l'idea d'essere stanchi
e si affronta senza rete la voglia di non fermarsi proprio sul belvedere che meglio conosci

Si accarezza il pensiero che tutto è ancora da scrivere
e ogni tanto si ha paura


Come spesso, ancora, assolutamente ovunque
si pensa che nulla sta avvenendo 
fino a che tra le mani 
le adoratissime mani
trovi un inizio
qualcosa di diverso dal pensiero
di più leggero dell'esperienza 
e più fresco del sentimento

è la vita
questa splendida perfetta composta vita
che hai faticato a costruirti addosso

che talvolta ti fa correre
e alle volte ti lascia senza fiato fermo ad un angolo

e poi ti chiede di correre ancora per restare fermo

per restare in te

per essere davvero finalmente te


ancora , come spesso accade, ancora
qualcuno dovrà passare da qui
e qualcun altro è già passato


E la notte è piena di speranza
il cielo di stelle cadenti
e lo stomaco pieno di desideri da tirar via dai capelli annodati
di pensieri finalmente liberi
di forme di cui per fortuna tu ancora non sai nulla.


E ' la vita
e chiede di correre - a volte - 
per restare davvero intimamente profondamente fermi.



12 lug 2010

in questi giorni. (circa dieci anni fa...)






...c'erano i km
gli amori impossibili per i non detti
le distanze che aumentavano dal senso
le angolazioni difficili da centrare
la paura di essere
e la voglia di volare




...ci sono i km
l'amore che si è fatto corpo
la distanza che prendo da me
le angolazioni perfette da centrare
la paura di essermi trovata
e un volo infinito in cui voglio rischiare anche il collo




...e mentre ai nostri sogni pensa il mare
a tutto il resto pensano i km.

11 lug 2010

Amore, a volte.



E faccio l'amore con i chiaroscuri di questa notte.

da "Scena I interno giorno"...

5 lug 2010

2 lug 2010

Per quello che voglio e per quello che non ho ancora.

Alle volte le persone sono così
ti intralciano l'esistenza con le loro parole o con i loro silenzi
e ti guardano come si sentissero in colpa perchè non possono esserti d'aiuto
e vorrebbero farlo davvero.

A volte io sono così
mi approprio del tempo degli altri con le mie parole o i miei silenzi
e li guardo con il senso di colpa di chi sa che sta chiedendo quel che non vuole
e vorrei davvero, dentro, in fondo non essere così brava a farlo.

2 giu 2010

il 31 Maggio 2010



Spettacolo.

In diretta su Radio 3
Rete 2 delle Radio Televisione Svizzera
e in Scena al Teatro dei Filodrammatici di Milano



Quando si dicono RadioVisioni...

27 mag 2010

Scarpe a Milano




Ragazze, Ragazze!
Ma che combinate?!
Va bene la moda, le paranoie sull'altezza ed anche il clima anomalo ma....venti cm di tacco, zeppe alte come una fetta di polenta , ballerine che si immergono e squaglian o sull'asfalto bollente.
Insomma, e la salute?

E non venita a dirmi che è una questione di abitudine, camminate tutte come grucce sbilenche!

Le ginocchia hanno il rumore e la pesantezza dell'intero mondo inceppato in cui viviamo, e le caviglie sono gonfie, troppo gonfie...
E così tutto il corpo si deve adeguare all'intero abito dei vostri piedi e le spalle si curvano, le pance fanno cpaolino da sotto gli sgargianti colori, le schiene invertono la naturale tendenza e sperano il cielo lì  dove la terra è l'unico vicino di casa!

R agazze, ragazze....!

Ma dov'è finito il vostro buon senso?
(per non parlare del vostro buon gusto...)

Fa caldo ovunque ma voi non sapete gestire il sole, nè l'aria, nè questa Milano così tanto città da lasciare scritta su ogni gamba, caviglia, spalla, schiena o braccio e collo nudo l'attesa spasmodica del più congeniale inverno.

Ed è così che m sfilate davanti, amiche inseparabili, tanto diverse da diventare identiche per insensata
attitudine.

Tra un maglione abbracciato ad un lino troppo sottile ed un anfibio che marcia fedele accanto ad un infradito,  la vostra inadeguata essenza non ha pari...

Ma forse è solo uno dei mille scherzi di questa Milano che inghiotte senza ammaliare....



in ordine di apparizione...