10 gen 2020

Di Gratitudine e Sensualità





 

("Dreams" - Roma - 2019) 
In ordine di Apparizione e non Troppo di più

Il primo che si è svegliato è Vista.
E' stato un risveglio parziale per lo più un fastidio benefico, come una sveglia, innestata dai colori.
Tutte le gradazioni della Terra, i Rossi più sgargianti e i gialli malinconici.
Il verde, per esempio, lo vedevo senza sfumature.
Via via ha fatto ingresso il Giallo.
Gli azzurri, per partire, solo se ben abbinati.
Poi è arrivato il Viola solo alla fine il Bianco.
Prima che mi accorgessi che mi mancava il nero ero in grado di distingueli e nominarli tutti, era tanto che non lo notavo più il nero ed è un colore necessario per i contorni e per le profondità.
Finalmente, senza prevviso, ho ricominciato a distinguere le forme, a differenziare sostanze grazie a loro e infine a riconoscere in esse grazia o bruttezza, fiducia o spavento, slancio o ritrosia.

Ero più o meno nella fase del giallo quando mi sono accorta che Tatto aveva iniziato a stiracchiarsi.
Anche qui piccole cose, l'aspro della sabbia, il morbido delle stoffe leggere, il freddo dei tasti del pianoforte.
Sarebbe ancora lì a sgranchirsi se non avessi totalmente cambiato pelle.
Quando perdi la pelle succedono cose assurde.
I polpastrelli, fin tanto che sono giovani hanno più rughe di quante mai ne hai avute.
Come se fossi stata immersa in una vasca da giorni o mesi ed è singolare quanto diverso tutto diventi quando non puoi toccarlo.
Tutto identico quando sono le mani a non poter "leggere" la sostanza di ogni cosa.
Gli occhi gridavano cosa stavo toccando ma le mani sviavano e sussurravano deluse "Niente..."
Non dimenticherò mai il senso del liscio.
Quello è stato il primo vero istante in cui di nuovo il mondo mi ha concesso di essere accarezzato, un privilegio che non avevo mai considerato prima.
Il mondo, andrebbe toccato, sempre.
Ancora accarezzo ogni cosa, senza senso, per il solo folle piacere che il Tatto può dare.
E' un senso che ricordiamo sempre troppo poco, secondo me. 

Udito non è mai veramente andato a dormire ma selettivamente ha deciso di non comunicare nessi, solo suoni.
Ne raccoglieva ogni giorno in quantità industriale e rifiutando le connessioni con il senso, ne svuotava e abbandonava il più possibile ad ogni cuffia, angolo riparato, stanza insonorizzata o luogo isolato fosse a disposizione.
Suoni, una quantita inaudita quelli che ci sommergono ogni giorno.
Alcuni sanno essere veramente dolorosi, ma la condizione di temporanea semi sordità mi ha permesso di lasciare a riposo la memoria.
E' bello non dover dimenticare, il silenzio da allora mi suona tanto meglio, sempre.
Una specie di calore, di riparo sicurissimo.

Gusto e Olfatto sono ricomparsi pochi giorni fa.
Intendiamoci, non è che non sentissi più alcun odore o alcun sapore ma è che certi sensi aspettano il sublime per riattivarsi e loro cercavano qualcosa.
Un bacio, buono.

Il reset che ho vissuto e su cui nessuno dei miei cinque alleati conserva ricordo degno di parola non avrebbe un grande senso se non per il solo privilegio di rinascere.
E' così strano.
Passiamo una vita a Correre e a Resistere e la volta che perdiamo il giro, cadiamo e magari moriamo - almeno un po' -  ci consegna ad una pace di impossibile previsione, ad una furente soddisfazione interna che si nutre di ogni istante e gode di ogni alito di aria che arriva.
La tentazione di centellinare il risveglio è quasi droga.
Sa di nuova qualità, di vera e propria scoperta.
Non è "Ritorno" ma Prima Volta.

Rinascere. O forse Nascere. In effetti.
Un super potere che non spetta a tutti.
Non che si debba per forza morire ma Rinascere sì, almeno una volta, davvero.










9 gen 2020

Ricominciare.



Fammi un regalo, premi play. 

E ora ascolta. 
Ci ho messo tanto , troppo tempo ad arrivare qui. 
Ma sono arrivata. 
So che devo continuare e ho pochi secondi. 

Tutto quello che mi serve da te è ascolto, sguardo e tatto. 
E' che mi sono mancata come nemmeno le lacrime saprebbero spiegarti 
è che mi sei mancato tanto, sempre, ogni istante, ora. 

Non sono ancora e mai sarò come vorrei. 
Non ho voglia di essere interrotta o contraddetta. 
Non ho tempo, ne ho poco pochissimo ma ci sono, dalla testa ai piedi. 

Mi hanno scossa, spogliata, vissuta, derisa, cacciata, ignorata, amata e desiderata ma eccomi, 
quello che sono è qui. 

Tutta viva, tutta sorridente, tutta vibrante e naturalmente fragile. 

Felice, come mai
grata, come nessuno 
e preoccupata...

L'ho capito tardi,
che la prigrizia è il più alto grado di stupidità esistente
e io sento che devo ancora guarire. 

Il resto è pronto,
il resto è gia pronto. 


A me, a te, a noi, ad adesso. 
Buona fortuna a me, 
ti prego fa che ti ritrovi tra poco, 
ti prego resta,
torno. 


E non deludo. 
 
 

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