28 mag 2009

le crazy paradis burlesque

Le Crazy Paradis: non solo burlesque


di Attilio Reinhardt (25/05/2009 - 10:31)


Con un colpo di scena finale, il già corposo calendario burlesque di maggio si allunga ulteriormente con Le Crazy Paradis.

Il progetto di Raffaele De Ritis è particolarmente interessante; innanzitutto, per il fatto che il burlesque è solo un elemento dello spettacolo: l'obiettivo è, infatti, mettere in scena un folle cocktail con gli ingredienti dell'intrattenimento teatrale americano ed europeo del Novecento: vaudeville, music-hallcirco e, appunto,burlesque.

De Ritis, incredibile factotum del mondo dello spettacolo, forte di una esperienza ventennale nei templi del varietà internazionale, tra Crazy Horse e Cirque du Soleil, guarda al passato con affetto e competenza, e porta in scena qualcosa che sembra assolutamente nuovo, pur non inventando nulla (ed è questa la sua forza).

I punti di forza dello show sono tanti, tra cui spiccano i 10 formidabili artisti(Babette Blackjack, Elektra Van Der Smirnoff, Loulou La Tigresse, Tasty Champagne, Shirley Magnifique, Kitten Shanghai, Lenny Martini, Marcel Tordeaux, Signor Dimitri, Darush), ma anche la struttura del locale che ospita Le Crazy Paradis - il Wake Up di Pescara - che permette agli spettatori di stare seduti al tavolo, sorseggiando champagne, a pochissimi metri dal palco, con l'intimità quasi dimenticata del café-chantant.

Per ora le date previste sono solo due, quindi consigliamo a chi è nei paraggi di non perdere l'occasione. Com'è nostro uso, vi terremo informati sulle novità.

10 mag 2009

come andò a finire per le tettone!


Gran bretagna
La vittoria delle maggiorate:
niente sovrapprezzo sui reggiseni
Marcia indietro di un'importante catena di abbigliamento inglese dopo la battaglia di Beckie Williams

MILANO - Maggiorate «discriminate» all'attacco: con una mossa del tutto inconsueta, la britannica Beckie Williams si è battuta nei giorni scorsi contro il sovrapprezzo dei reggiseni per donne particolarmente formose. E un'importante catena d'abbigliamento ha dovuto fare marcia indietro.

IL PREZZO - La tematica era evidentemente troppo spinosa per Marks Spencer (M&S), nota catena di grandi magazzini inglesi: la prospettiva di dover assistere nel prossimo consiglio d'amministrazione ad una donna che dibatteva sulla grandezza delle coppe dei reggiseni avrebbe potuto rallegrare qualche azionista. Non però il presidente dell'azienda, Sir Stuart Rose. Dopo una campagna della giovane britannica contro il sovraprezzo sui reggiseni a partire dalla coppa DD, - 2 sterline di più (2.20 euro) rispetto a quelli di taglia inferiore - la catena ha ammesso l'errore e si è scusata pubblicamente: da questo fine settimana i reggiseni per le donne ben dotate non subiranno più alcuna variazione di prezzo rispetto alle taglie più piccole.

LA POLEMICA - Il dibattito nel paese non si è tuttavia placato. Paladina dei diritti delle maggiorate è la 26enne Beckie Williams di Brighton, in Inghilterra. La ragazza, «scandalizzata» e «ferita nell'orgoglio» per l'aumento del prezzo dei reggiseni, ha lanciato su Facebook il gruppo «Bust 4 Justice», che tradotto in italiano sarebbe «seno per la giustizia», ed ha raccolto fino ad ora più di 14.500 adesioni. Anche i tabloid britannici hanno sposato la sua campagna, raccontando dei molti problemi da cui sono colpite le maggiorate. Beckie Williams, infatti, non si era limitata a protestare davanti al direttore della filiale: ha comprato una piccola quota di azioni di M&S. E 3,40 sterline sono bastate per permetterle di sedersi al prossimo consiglio di amministrazione previsto a luglio. Per tutte loro era «inaccettabile» e oltremodo «discriminatorio» che le donne con una taglia di reggiseno sopra la norma, dovessero pagare di più. E non è sembrata neppure convincente la giustificazione dei responsabili della catena, secondo i quali le taglie di reggiseni maggiori richiedono più lavoro specializzato. «Ad una semplice cliente non danno ascolto, ma ad un'azionista probabilmente sì», ha spiegato Williams. «Per pantaloni più grandi non si deve neanche pagare di più», i commenti più frequenti delle attiviste nei vari forum. «Perché veniamo condannate per una cosa che ci ha dato madre natura?», si chiede un'altra in un post su Facebook. Ciò che fin da subito è apparso come un punto a sfavore della catena Marks Spencer, potrebbe, tuttavia, rivelarsi come un vero successo pubblicitario. Come atto di scusa, una sorta di risarcimento, la catena ha infatti lanciato un'offerta speciale su tutte le coppe superiori alla DD presenti sugli scaffali.

in ordine di apparizione...