26 gen 2009

come d'incanto


in ritardo rientro in classifica tra i visionari di film (ormai) d'epoca...


Il film della serata (di ieri) è 
COME D'INCANTO

niente di che , è solo che sono romantica 
e che ci credo che se prendi una favola e la metti nella realtà
la favola vince, sempre.


ecco 
il film è un pò così...
niente di che, è solo che sono romantica 
e che ci credo che un bacio è la cosa più potente
al mondo (nel mio caso anche un abbraccio può comprometterti tutta una vita)

niente di che, è solo che sono davvero molto romantica
e anche trenta secondi di cartone animato firmato Walt Disney 
mi fa tornare bambina e felice (e quando mai non lo sono?)

niente di che, è solo che sono romantica e 
talvolta i film ,anche quelli semplici semplici 
che dire?
come dire?
..ehm...
mi piacciono. 

niente di che.
è solo che sono romantica.


due riferimenti,
niente di che,

titolo originale : enchanted
paese:USA
anno:2007
Durata:110'
Regia: Kevin Lima
Con: Susan Sarandon, Amy Adams, Patrick Dempsey, James Marsden
Musica: Alan Menken, Stephen Schwartz

12 gen 2009

B di botulino...


Una parola con la B...

A me viene in mente subito
bacio

Una parola con la B...
brivido
bicchiere
bolero

Una parola con la B...
bambini
blu
mmm....
batti batti le manine...

Una parola con la B...
La B di botulino

scusa, ripeti...
hai detto???
b di botulino!?cosa?
ma che cazz...botulino? cioè la prima parola con la b che ti viene in mente è botulino?
davvero?
ah. vabbè.
grazie della lezione, vedo di non scordarla.







Doveroso Omaggio

Il 17 gennaio del '29 un personaggio orbo e sdentato ma con due avambracci portentosi
apparve con un ruolo minore nella striscia "The Thimble Theater" di Elzie Crisler Segar

Braccio di ferro il marinaio
Ottant'anni di spinaci

Pochi mesi dopo l'esordio, grazie alle pressanti richieste dei lettori
Popey assunse il ruolo di protagonista. Storia di un outsider del fumetto
di LUCA RAFFAELLI


Braccio di ferro il marinaio Ottant'anni di spinaci
PER CERTI tratti quella di Popeye, Braccio di Ferro da noi, assomiglia alla storia di Cenerentola. Perché insegna in modo esemplare come il successo non premi solo i personaggi costruiti e pianificati per ottenerlo. Si può arrivare alla fama anche per caso, o meglio, per selezione naturale, grazie a un fascino irresistibile. Dunque. È il 17 gennaio del 1929. Nella striscia The Thimble Theatre (nata nel 1919) il personaggio Castor Oyl (cioè, sgrammaticamente, "olio di ricino", fratello di Olive) cerca un equipaggio per un lungo viaggio in nave. 

Lo trova (tutto) in un solo marinaio dal naso lunghissimo, sdentato e senza un occhio, mingherlino ma con due avambracci portentosi e tatuati con un'ancora ciascuno, con la pipa quasi sempre in bocca e un linguaggio da semianalfabeta. Nessuno avrebbe mai disegnato così un personaggio destinato a diventare una star. A Castor che gli chiede se fosse un marinaio, lui risponde (nella magnifica traduzione di Luciano Guidobaldi): "Che ti credi che ero un cowboy?". 

Da quel giorno e fino al 25 giugno, Popeye accompagna Castor, Olive e Ham Gravy (il primo fidanzato di Olive) in un'avventura sgangheratamente poetica, scritta e disegnata dall'allora trentacinquenne Elzie Crisler Segar seguendo il corso delle proprie invenzioni (sedici anni prima lo stile di Segar non era affatto piaciuto a Chaplin, che aveva fatto chiudere la striscia, da lui realizzata, su Charlot). 

In quest'avventura Popeye, dopo essersi rivelato scontroso, coraggioso e fortissimo, si ritrova sedici pallottole in corpo. Sedici ferite invisibili (non c'è traccia di sangue) per le quali il marinaio chiede di essere lasciato morire sul ponte della nave. Quattro giorni dopo, come se niente fosse, partecipa alla striscia che festeggia il ritorno dei personaggi a casa. 

Nelle strisce successive del Thimble Theatre di Popeye non si ha più traccia. Segar probabilmente lo avrebbe fatto scomparire come tanti altri suoi personaggi, semplici comparse nel suo teatrino disegnato. Ma ai lettori dei quotidiani di Hearst quel personaggio era entrato nel cuore. Le redazioni ricevettero migliaia di lettere per rivederlo. Forse proprio perché Braccio non aveva nessuna presunzione ("Io sono quel che sono e questo è tutto quel che sono" è il suo motto), forse perché dietro la sua scorza selvaggia nascondeva una sincera, selvaggia saggezza. 

Insomma, ai primi d'agosto riecco Castor sulle banchine del porto alla ricerca di Popeye, da allora protagonista assoluto della striscia. Con lui Segar continua a raccontare storie avventurose e bizzarre in un'America fantastica e senza leggi, dominata dalle paure e dai fantasmi della crisi, che Popeye combatte con un atteggiamento rilassato e disincantato. E qui arriviamo alla seconda parte della storia. 

Nel 1933 Max Fleischer, produttore di cartoni animati, realizza un cortometraggio per verificare la riuscita di Popeye sullo schermo. Lo fa senza la collaborazione di Segar. Già in questo primo film, ovviamente in bianco e nero, c'è tutto quello che avrebbe dato al personaggio la grande popolarità cinematografica: il motivetto "I'm Popeye the sailor man", con le due note suonate con la pipa, la simpatia e la forza di Braccio (che a un certo punto tira su la camicia di marinaio e mostra un corpetto da donna), la corte con Olivia e la lotta con Bluto a suon di spettacolari cazzotti, il gran finale con la scatola di spinaci (e, prima, la partecipazione straordinaria di Betty Boop che si esibisce in un balletto con il marinaio, con i seni coperti da una collana di perle). 

L'avventura lineare alla Mark Twain di Segar diventa con Fleischer un efficace gioco di ripetizioni. Bluto (da noi Bruto), che nei fumetti è solo un personaggio tra i tanti, nei cartoni viene eletto avversario fisso di Popeye. E poi ci sono gli spinaci, mai apparsi nei fumetti di Segar come elemento fondamentale per la sua vittoria finale. Nelle strisce di Segar, Popeye dichiara occasionalmente di aver ottenuto la sua forza micidiale osservando una dieta vegetariana a base di spinaci. E sono in molti a sostenere (e non è un azzardo) che l'autore abbia utilizzato la parola spinach per riferirsi alla marijuana, come si faceva in certo slang dell'epoca. 

Ma ritorniamo alla rivincita di Cenerentola. Nel mondo del cartone animato americano la scuola dei Fleischer, con sede a New York, era di serie B rispetto a quella californiana. Tra Hollywood e Burbank c'erano gli studi della Warner e dell'Mgm, e soprattutto Walt Disney, che non vuol dire solo Mickey Mouse. Disney dall'inizio degli anni Trenta porta avanti i suoi studi sull'animazione realistica, fondamentali per realizzare nel 1937 il primo lungometraggio animato, Biancaneve e i sette nani. 

Roy Disney, fratello di Walt, spesso attende all'uscita dello studio Fleischer gli animatori, per offrir loro sull'altra costa un impiego al doppio di quanto prendono a Broadway. Poi l'ottimismo creativo del topo disneyano impazza in quegli anni di crisi e vanno a ruba tutti gli oggetti con le sue orecchie sopra. Eppure, Popeye la Cenerentola nel 1935 viene dichiarato il personaggio più simpatico in un sondaggio tra i bambini americani. Più di Topolino. E, poco tempo dopo, lo stesso dicono anche i gestori dei cinema, e sembra quasi un'eresia. Incredibile. 

La popolarità e la fortuna di Popeye durano ancora oggi, nonostante la morte di Segar a soli quarantaquattro anni, nonostante una gestione del personaggio assai meno attenta di quella di Topolino, nonostante il fallimento di Fleischer quando cercò di copiare lo stile Disney, nonostante l'incapacità dei tanti autori che ne hanno ripreso i fumetti (anche certi bravi italiani) di avvicinarsi all'originaria poesia di Segar. 

E anche nonostante quello che è forse il più brutto film di Robert Altman, realizzato nel 1980 cercando con Robin Williams di dare vita a un personaggio a metà tra fumetto e cartone. Ora, a ottant'anni dall'esordio del personaggio e a settanta dalla morte del suo autore (settantuno, per la precisione), Popeye in Europa è un personaggio libero dai diritti. A chiunque voglia approfittarne serva da monito quanto disse il suo autore: "Popeye per me è una persona molto seria. Il divertimento di Popeye sta proprio nel vedere una persona seria che fa qualcosa di buffo". 

5 gen 2009

picking up the pieces

Il problema è 

credere in dio
o nell'uomo.

Io da sempre preferisco l'uomo,
e la donna ovviamente.

Una moglie un pò puttana 
potrebbe essere una santa.

Una puttana 
potrebbe diventare una santa moglie.

e in mezzo uomini che corrono da un lato all'altro del texas 
e fanno ridere, sorridere, tenerezza e un pò di malinconia.

e poi c'è woody più in forma che mai e la cucinotta che si doppia da sola,
poveretta...non è malissimo...e poi provateci voi 
a doppiarvi con la vostra vocetta 
mentre affianco c'avete i doppiatori veri, quelli con le voci perfette
le intonazioni perfette e gli attori ammeriCani! (perchè 
qualcuno cane ce l'hanno anche loro!)

a me il film non solo è piaciuto ma mi ha divertito da morire

resta solo un problema grande:
come recuperare la colonna sonora
di tale
RUY FOLGUERA

se ne avete notizie 
fate un fischio!

io sono in pieno recupero dei pezzi
della mia vita 
del mio amore
del mio teatro
del mio tempo

intanto però buon anno nuovo a tutti e che 
sia all'altezza dei nostri sogni! 
( o in alternativa che abbia un buon avvocato, sta volta cito per danni io!)

di seguito un pò di info sul piccolo capolavoro

Ho solo fatto a pezzi mia moglie

Titolo originale: Picking up the Pieces
Nazione: Usa
Anno: 2000
Genere: Commedia
Durata: 93'
Regia: Alfonso Arau


Cast: Woody AllenDavid SchwimmerMaria Grazia Cucinotta, Kiefer Sutherland, Fran Drescher, Sharon Stone, Lou Diamond Phillips, Cheech Marin.



in ordine di apparizione...