26 ago 2009

Onda su Onda (The Wave)


C'è troppa cultura in giro
cultura media
cultura generale
cultura popolare.

C'è n'è troppa per temere di incorrere negli stessi errori
dei padri contadini
dei politici mafiosi
dei dittatori folli
delle donne puttane
degli uomini puttanieri
delle figlie ribelli
dei ragazzi della gioventù bruciata
delle mogli sciatte
dei mariti gelosi

C'è troppa troppa troppa cultura
per avere ancora dubbi
di non capire
di non prevedere
di non conoscere già
prima del suo compimento
lo sviluppo di ogni fatto
azione
presa di posizione
scelta
decisione
ambizione


C'è troppa cultura in giro
cultura popolare
cultura generale
cultura medio borghese
cultura scolastica
cultura arraffata a spizzichi e bocconi
cultura per sentito dire

per questo la gente si annoia.

Per questo il cerchio si chiude
e alla fine della corsa ci riscopriamo peggio che ignoranti

siamo contadini senza saggezza
politici mafiosi senza senso dell'onore
dittatori folli senza spina dorsale
donne puttane senza guadagno
puttanieri privi di perversione
figlie ribelli senza vivacità
ragazzi della gioventù bruciata sì, ma dai rischi calcolati
mogli sciatte sempre alla moda
mariti gelosi senza voce


C'è troppa cultura per ripetere gli errori dei nostri predecessori.

E' un fatto.

Noi al massimo possiamo banalizzare quegli errori
ripeterli senza averli scelti


siamo una copia sbiadita
di ogni loro sbaglio

ci caschiamo lo stesso
senza motivo
lo facciamo per noia
per ridicola saccenza
per leggerezza
per egocentrismo
per nervoso
per isteria
per mancanza di idee.

Soltanto copie sbiadite degli sbagli di altri prima di noi.

In attesa di un onda che ci sollevi un pò dalla bassa marea
di questa cultura confezionata
che sembra proteggerci mentre
ci annega.


Titolo Originale : Die Welle

Durata: 101 min.

Anno: 2008

Regia: Dennis Gansel

Cast: Jurgen Vogel, Frederick Lau


THE WAVE - L'ONDA




23 ago 2009

Maria Antonietta


"Ma lo sai com'è morta Maria Antonietta?"
me lo ricordo bene.
Me lo disse la madre rancida di un bimba sfigata
che avevo la ventura di frequentare quando avevo 5 anni.
Era il giorno di Carnevale.
Io, cresciuta a poppate di Lady Oscar e La stella della Senna,
ovviamente
ero vestita da - manco a dirlo - Maria Antonietta.
Imparare a 5 anni cos'è una ghigliottina
non è esattamente quello che io chiamo
"crescere in maniera serena"
tuttavia è così che è andata.
e grazie a Dio non mi ha cresciuta la madre rancida della bimba sfigata
ma la mia di madre
che, invece,
il vestito di Maria Antonietta me lo aveva cucito.

I grandi hanno uno strano modo di farti accedere alla loro esistenza.
Uno strano modo di coinvolgerti.
Spesso mi capita di pensare che i grandi - ormai sono tra loro e confermo -
non riescono sempre a capire che hanno davanti una personcina, piccola.
O peggio che i grandi non si sono accorti di essere diventati grandi.
Forse quando si parla di età
il concetto sembra più complesso,
o meglio,
più spigoloso, perchè deve tener conto di un miliardo di fattori.
L'infanzia che hai vissuto, le esperienze dell'adolescenza e non ultimo lo sviluppo nell'età adulta.

Quando però il termine "grande" si dà non per fatto di età
ma per fatto di "ruolo che si ricopre"
diventa facile tirar giù giudizi.
I "grandi" della terra non ci capiscono
I "grandi" della terra se ne fottono
I "grandi" - potenti, ricchi, nobili o famosi che siano -
non vivono come noi, non mangiano come noi, non respirano né sentono come noi.

E mentre il popolo si cimenta nell'ardua impresa di restar bambino
ai grandi spettano i lussi, il giudizio e l'incomprensione.
Perché ammettiamolo - Presidente del Consiglio compreso -
ci può stare che vengano fraintesi
(nel caso del Presidente del Consiglio non ci può stare che venga solo frainteso comunque...)
e giudicati male
ci può stare che sia difficilissimo per loro arrivare a farsi comprendere
e ci può stare - per un banale calcolo statistico - che anche a loro
non dico a tutti
ma a parecchi
interesserebbe essere amati
piacerebbe potersi rilassare
farebbe comodo di tanto in tanto essere confortati
e - perché no!? -
farebbe piacere non essere visti.

Non so se Maria Antonietta fosse tra questi grandi,
al di là dell'assoluto fascino della
sovrana ghigliottinata
(perché il popolo ha fatto il lavoro sporco di marketing,
con esiti per altro geniali
e superiori a qualsiasi suo sforzo d'essere alla moda, desiderata o ricordata)

so che di lei - forse giustamente - si ha un ricordo inferiore a molte sue colleghe.

Non è la grande Elisabetta I
Nè l'assennata Elisabetta di Baviera
Non è l'astuta "suocera d'Europa" Maria Teresa d'Austria (sua madre)
nè tantomeno - volendo cercare tra le sfortunate -
la misteriosa zarina Anastasia.

Lei è la superficiale regina di Francia
la sfrontata "austriaca" che dichiarò - o così dicono -
mentre il suo popolo moriva di fame
"se non hanno pane che mangino brioche"

Insomma diciamocelo
i presupposti per sembrare una stronza a cui tagliare la testa ci sono tutti
e condivido la voglia, il sentimento di attrazione
e il tentativo di raccontare meglio la sua storia
di provare a metter in risalto
le difficoltà di una donna che ha dovuto pazientare anni per riuscire ad avere un regolare
rapporto coniugale con suo marito
in un momento storico in cui i parti addirittura erano pubblici per la stessa sovrana.

Una ragazzina austriaca che si ritrova nemmeno diciottenne regina di un popolo che non la vuole

Una donna annoiata, forse leggera, ma in fin dei conti
- a pensarci bene -
ne conoscete una che non faccia shopping per dimenticare
le sofferenze d'amore, le privazioni affettive e l'astinenza forzata?

si sa!
Può più un parrucchiere nella vita di una donna poco amata
che l' Altissimo (purissimo, leNTissimo...)
Dio in persona.

Ed io comprendo a pieno l'esigenza di raccontare meglio la sua storia,
comprendo la voglia di farlo con gli strumenti più contemporanei che ci sono
e comprendo che la mia colonna sonora è rock,
perché un minuetto da ballare a corte nel 1700
è esattamente come un pezzo commerciale da sudare in discoteca oggi.

Quello che non capisco è perché non portare
a termine la missione.

Scelgo la musica pop rock e mi sto sforzando d'essere originale

ma allora perché mi rifaccio a tutti, ma proprio tutti
- ma ne basta uno citato "Le relazioni pericolose" di Stephen Frears,
da cui la piccola Coppola ha saccheggiato un mondo intero -
i film in costume che conosco?

Perché scelgo un montaggio - a tratti - da videoclip poco originale?

le scene patinate della "regina" che tocca un filo d'erba
si bagna le dita nell'acqua
cammina al sole con sua figlia e coglie uova,
che sembrano urlare senza senso
"vedi??? sono umana anche io!!! vedi???
guarda! tocco l'erba, prendo il sole, sto zitta e mi vesto da casa nella prateria"

Perché ci metto dentro
- come mille altri prima di me in mille altri film "in costume" -
la tipica superficialità da corte
facendo veder le feste sontuose e le chiacchiere sotto i baffi?
(questa cosa la sappiamo non ci serve di rivederla ancora
non per tutto il tempo)

Perchè costruisco una scena, scelgo costumi, colori e tutto il necessario per
far sembrare questa bambina regina straniera infelice destinata alla ghigliottina
una "squinzia trendy"
dolce ma ininfluente?

Non capisco, davvero, non capisco
come un dolce con tutti gli ingredienti che non monta in forno
o una giornata perfetta che però alla fine ti porta a pensare che vuoi morire

La figlia d'arte Sofia Coppola
ci prova
a tratti è graziosa
un pò ossessivamente femminuccia e un pò forzatamente "maschiaccio"
ha tutti i mezzi per fare un gran film
ma poi
come molti "grandi" per titolo nobiliare, per diritto di nascita,
si perde nelle sue piccole manìe
(ed è un pò giovane per averne registicamente)
si rivela presuntuosa senza muscoli nelle scelte
un pò semplice nelle soluzioni
distratta nell'analisi di quel che lei stessa sta dicendo
mediocre in fatto di introspezione


affida al mezzo tecnico (che con i soldi di papà non è proprio da giovane regista indipendente)
quel che dovrebbe essere il suo mestiere

scegliere
tagliare
smontare
rimontare
sognare
dipingere
e precisare un'idea,
la sua.

Non le riesce bene ,
come a Maria Antonietta del resto,
di essere la Grande
predestinata per nascita
che è.

Ed è un peccato,
perché non ci sarà ghigliottina
a fare di questo film facile
un mito.


"Sai com'è morta Maria Antonietta?"

Sì, di infelicità!


Come tutti i
Grandi
"Normodotati"
del mondo.




p.s. E basta co sto cazzo di rosa per indicare la leziosa inutilità di facciata
di una donna.

Regia: Sofia Coppola

Anno: 2006

Durata: 123 min

Musiche: Jean-Benoit Dunckel, Nicolas Godin, Steven Severin

Cast: Kirsten Dunst,Marianne Faithfull, Judy Davis, Asia Argento




Marie Antoinette




Tre studi per Maria

20 ago 2009

Gattaca o del Perfettibile


Perfetti?
No, grazie.


Perfetti?
No, non è possibile.


Perfetti?
Ma non scherziamo.

Eppure...
Sarebbe davvero fantastico.
Poter aspirare di diritto solo al massimo.

Correre più veloce di un ghepardo
Resistere ad un onda di trenta metri poiché provvisti di un cuore forte,
muscoli perfetti ed una tenuta psicofisica pressoché divina
Avere davanti a sé un futuro invidiabile
garantito a vita da un patentino in cui è scritta una parola

PERFETTO.


Ma questo sarebbe un film,
con la garanzia di lunga vita nessuno di noi ci nasce.
L'attestato di buona salute che abbiamo noi
lo consegnamo l'ultima volta al liceo per dichiarare che possiamo fare attività sportiva
poi da lì ci perdiamo di vista noi stessi
e ci ritroviamo con qualche cazzo di imperfezione insospettabile (e grave di solito)
che viene fuori il giorno prima di un evento importante o il giorno dopo che hai dato alla luce un bimbo,
se sei fortunato.

Noi abbiamo la data di scadenza scritta sulla chiappa destra
così piccola
ma così piccola
così infinitamente piccola
da non riuscire a leggerla
nemmeno sforzandoci.

Ne distingui qualche linea
che non sai decifrare
poi un giorno
quel giorno arriva
e tu capisci cosa significava
quel numero
che sembrava un due ma oh no forse era un otto ed io...
io non l'ho capito in tempo
in tempo per...

Sì sarebbe un film, un bel film
- quello in cui vivremmo se fossimo perfetti per nascita -

Eppure...
se la normalità è la perfezione
nel film si intende
forse il protagonista dovrebbe essere imperfetto.
Un uomo con un dramma
meno dotato per nascita
meno competitivo di partenza
ma più pericoloso
perché determinato, ostinato, sconsiderato, geniale o disperato
in difficoltà insomma
e speciale
- in un mondo perfetto -
già solo per questo.

Ma questa trama non farebbe di questo film un film serio
in un mondo perfetto l'imperfetto ha la peggio
e basta
altrimenti è una favola.

Ci serve un'idea, ci serve
un'idea geniale davvero...

E allora proviamoci...

Sono tutti perfetti

tutti ma proprio tutti?
no, tutti tutti no...
quelli nati prima sono normali

Prima di cosa?
Lascia perdere i dettagli!
Prima di poter nascere perfetti!

bene, ma allora - tra i nati prima - come lo scegliamo il nostro protagonista?
beh per prima cosa avrà bisogno di un sogno grande,
qualcosa che chieda abilità intellettuali e fisiche,
un sogno che lo spinga oltre se stesso
ed avrà bisogno di un rivale, un "antagonista"...

Nel realizzare il sogno?
Macchè, rispetto al sogno lui è l'antagonista di se stesso ....
lui già non è perfetto ricordi?
no no ci serve un motivo, qualcosa che lo spinge a tentare lo stesso...

Mmm, potrebbe essere cosa? un trauma infantile? una delusione d'amore?
No, l'amore no!!
Ci han già fatto tutta la filmografia esistente sugli ostacoli da superare per amore
ma si! la gioventù potrebbe aiutarci ..
che quella, si sa, è un'età che segna
se per esempio ci mettessimo un padre o forse un fratello
...tra loro si fanno da specchio
eh sì...un fratello
e magari uno è nato prima della perfezione ed uno dopo

Fico! E cosa accade?
beh ma da qui è semplice...
accade che la vita suggerisce all'imperfetto che si può partire svantaggiati
ma non per questo si può smettere di correre,
che si può pensare d'essere perfetti
ma la vita, il mondo, la stessa natura, il caso non lo sono
non secondo i nostri parametri e quindi ...
correre e sognare
e alla fine della corsa...

Lui vince?
Cerchiamo di non essere banali,
non c'è perfezione nella vita di quest'uomo
a meno che la perfezione
non cambi abito ai suoi occhi

Ah ecco lo sapevo una roba tipo mi innamoro e fanculo i sogni
la vita da sfigato va bene lo stesso!
non me lo vedo...

No, non capisci...il punto non è altro che la perfezione
non spostarti da quella
e in quella che si gioca la storia
il resto è drammatizzazione
trama
robe che si usano per capirsi.
Lo so che c'è il rischio che sembri una roba da
sogno americano ma

Sogno americano? mi piace!
Ci serve un epoca di riferimento.
Ci servono nomi, città e sogni da scegliere.
Ci serve una donna,
c'è sempre una donna nelle storie degli eroi,
perfetti e non.
Ci serve un mondo di riferimento.
Ci serve un titolo.



Titolo Originale: Gattaca

Anno: 1997

Durata: 107 min.

Regia: Andrew Niccol

Cast: Ethan Hawke, Jude Law, Uma Thurman

Musiche: Michael Nyman


GATTACA - LA PORTA DELL'UNIVERSO



Lascia perdere, tanto lo sapevo
di perfetto esiste solo quel che sentiamo in silenzio
sogniamo di giorno
e tentiamo di notte.
il resto sono film, chiacchiere e qualche bicchiere di troppo.


I figli di Lucrezia (o degli uomini, tanto è uguale)


CREARE...

Un verbo che uso solo quando si parla di arte.
In passato forse anche per Dio, ma io non ho mai avuto né grande simpatia per lui
né grande familiarità e così...ho sostituito il Dio di Abramo, Isacco, Giacobbe e Berlusconi con i miei "dei"... Hitchcock, Puccini, Zappa, Michelangelo, Shakespeare, Rachmaninov, Bach, Chaplin e insomma ci siamo capiti....
Uomini superiori, in grado di creare dal nulla qualcosa di speciale.
In grado di rendere reale un pensiero, un'idea, una forma, un sentimento.
la CREAZIONE è una cosa per pochissimi.
Tutti artisti.

E me ne ero scordata davvero, lo ammetto, delle femmine...

Forse perchè come donna sono un disastro , forse perchè non ho mai dato peso a quella incredibile unica sostanziale differenza tra femmine e maschi di ogni specie animale e vegetale,

La possibilità naturale di creare vita.

Amo le parole che compongono questa frase....

la POSSIBILITA' ... che Non è obbligo, non è dovere e non è certezza....

la NATURALEZZA...che Non è studio, non è consapevole costruzione e non è cosa che si impara....

la VITA...che Non morte, non è soltanto morte almeno....

E per la prima volta guardo alla mia gatta - alla sua terza gravidanza - Lucrezia, con invidia sincera.
Colgo in lei l'accettazione di tutte e tre le parole, nel senso più completo.
La possibilità che avvenga, nel momento in cui decide tra i maschi del quartiere con quali sente la voglia e l'esigenza di accoppiarsi, quel che naturalmente può avvenire, ovvero creare la vita, accettandone anche la piccola componente di morte che contiene.
Dei suoi 5 cuccioli uno è morto nei primi due giorni...non lottava per mangiare e lei lo ha guardato morire, su nove cuccioli avuti fin qui (chissà quanti ne sforna con la prossima poverame!) se ne è vista sottrarre nove, gli ultimi nemmeno un mese e mezzo fa e lei è di nuovo coinvolta in questa meraviglia naturale.

La veterinaria diceva che dovevamo castrarla,
che la vita di una gattina è più breve per via delle gravidanze
io mi sono rifiutata con forza
"è assurdo - dicevo - se la natura le ha dato questa possibilità perchè intervenire?
e poi figurati se una femmina muore perchè fa dei figli, è assurdo..."

qualcosa mi dice che se è anche fosse vero
Lucrezia sa accettare anche questa realtà
non lotta contro nulla di sé ed è perfetta
non considerando la conservazione della sua vita
l'aspetto fondamentale della vita.

Intendiamoci l'istinto di sopravvivenza la induce a mangiare, dormire, bere, cacciare e difendersi
eppure incredibilmente non la spinge ad evitare di procreare.

E la veterinaria insiste...bisogna castrarla...

ed io dico di no e guardo Lucrezia con invidia e con stima...e mi sorprendo a darmi della cretina
per tutte le volte che nel difendere quella splendida creaturina che vive in casa mia
non mi sono accorta di quanto ero uguale a lei...


Ho guardato questo film con il cuore in gola
pensando al grigiore di una società che si lascia morire perchè
non può più concepire
non più sperare nella vita nuova

e mi sono commossa guardando una
donna scappare tra le bombe
e gli spari e le guerre con la
sua pancia sfacciata

e militari pietrificati e incapaci di muovere un muscolo come davanti ad una madonna
perchè è una madonna l' ultima donna in grado di creare
su di una terra divenuta sterile

ma è soltanto una manciata di secondi nel film (e nella vita)
poi tutto ricomincia
la morte
la fuga
le bombe
gli spari
i militari e gli uomini con le loro guerre
e le donne con il loro ventre vuoto
e tutto resta com'è fino al prossimo miracolo


Accetto la possibilità naturale di creare la vita?
io?!?
macchè!!!
non scherziamo.


p.s. La citazione pinkfloydiana del maiale che vola è stata particolarmente gradita.




Titolo Originale: Children of man
Regia: Alfonso Cuaròn
Durata: 109 min.
Cast: Clive Owen, Julianne Moore, Michael Caine
Soggetto: P.D. James
Musiche: John Tavener


I FIGLI DEGLI UOMINI.






















Supercalifragilistichespiralidoso!

19 ago 2009

Nostra Signora dell'Insicurezza e The Weather Man


Io sono una intrattenitrice.

Il mio mestiere è far sorridere gli altri,

fargli passare le ore più lunghe

(quelle della noia, del lavoro o del dolore)

Non rientra nei miei compiti - ma fa parte delle mie ambizioni - comunicare al mio pubblico qualcosa di più di un momentaneo sollievo,

vorrei poterli far riflettere,

provare a cambiare loro la vita

o anche solo un'idea,

allargare i loro orizzonti

o anche solo la loro coscienza di essere "massa",

vorrei toccarli, uno per uno

senza far loro male

provare a svegliarli dolcemente, uno per uno

dal torpore in cui sono.


Regalargli una musica che non conoscono

una parola che non sentivano da tempo

un pensiero che ignoravano

o una storia che avevano dimenticato.


E invece quando mi guardo allo specchio

o incontro chi mi ascolta

o mi sento descrivere dal mio pubblico

a volte,

mi sembra di vederci chiara chiara la faccia

del pagliaccio poco talentuoso

uno che ti fa ridere un istante e poi si fa dimenticare.


Poi c'è anche gente che ti fa complimenti inspiegabili

e alcuni, pochi, che sembra ci tengano particolarmente

a farti notare quanto "squallida" sia la tua vita.


Questi ultimi sono molto spesso piccoli snob,

uomini abituati a vestire i panni,

messi in saldo in questo strano momento storico,

degli intellettuali.


Coloro che non svenderebbero mai il loro "sapere"come fai tu

che giocano di sponda anche il ruolo degli umili

lo fanno simpaticamente,

ma disprezzano ogni sforzo, ogni tentativo,

ogni TUO tentativo.


Le loro piccole realtà sono messe al riparo dalle critiche,

quel misto di finta modestia e di poca onestà li salva da tutto e tutti.


E mentre tu sei in costante apnea tra te stesso, le tue speranze e i limiti della tua realtà

loro ti tengono la testa sott'acqua,

lo fanno per amicizia (ti diventano amici tutti quando possono farti a pezzi)

per estrema onestà (con gli altri si intende, mica con loro stessi)

talvolta per amore (meglio un partner che si sente inferiore sembrano desiderare alcuni di loro)

o solo per parlare (in quel caso quasi mi fanno simpatia, lo ammetto!).


(e in fin dei conti si capisce, che ti frega di criticare se tanto si parla davvero solo della realtà degli altri?!)


C'è un ultima categoria

di persone a far da cornice a certe "realtà in bilico"

come la mia.


"Realtà in bilico" le definisco,

perchè sfiorano la bellezza costantemente

talvolta la centrano per qualche istante

(il tempo di un disco disco per intenderci o di una battuta).


Incarnano superficilamente il sogno di molti

e nello stesso tempo tendono all'immobile

al coriaceo,

difficili da capire i confini di questo tipo di realtà

così come difficile è spostare i loro orizzonti

verso qualcosa di meglio

che vedi solo tu.


Ma io perdo il filo...L'ultima categoria di persone dicevamo..

che è quella dei talenti veri,

di quelli che hanno fatto e fanno nella vita e della vita un evento incredibile

per l'intero mondo che li circonda.

Parlo degli scrittori, dei pittori, dei compositori, dei musicisti, degli attori, dei fotografi

e di tutti coloro dotati davvero di un genio

e della forza necessaria a farlo esprimere al meglio.


Questa categoria di persone

rara ma non impossibile da incontrare

ti guarda con benevolenza

ti sorride con calore

comprende bene e molto oltre le tue parole

a cosa sta puntando il tuo cuore

e dove trova ostacoli,

sa quanto amore, volontà e spesso fortuna serve

sa quanto delicati sono gli equilibri di chi

si arrischia a rendere la propria vita speciale

soprattutto di chi si espone alla corrosiva ambizione

di "fare qualcosa per gli altri",

in campo artistico s'intende.


Queste persone sanno bene che "cambiare le regole del gioco"

è un mestiere duro

ed essendo per diritto di nascita e per impegno

persone "diverse" dalla media

comprendono qualcosa che non sanno spiegare

ma più o meno suona come

"se vuoi fai, se guardi oltre ci sei già oltre e se non fai nulla di tutto questo va bene lo stesso

perchè sei tu".


Gente rara davvero.

Che esiste però.

E che ti parla, ti vive intorno, ti respira vicino.


Resta il rischio di averli molto vicini,

possono essere padri, fratelli, mariti,

la tentazione di sentirsi schiacciati da paragoni che soltanto tu stai facendo è grande

ma alla fine

se hai l'onestà necessaria

la voglia di trovare un pò di sole

(o di pioggia, di perturbazioni e mare mosso, o di alte e basse temperature e venti deboli poco importa...)

capita che un giorno riesci a guardarli negli occhi senza pregiudizi

a goderli come fossero soltanto uno splendido tramonto

che ti illumina e ti ipnotizza

senza cercare di capirli, di raggiungerli o di emularli

e - mentre loro tornano semplicemente padri, fratelli o mariti -

qualcuno ti regala un sonoro "buongiorno"

(che suona un pò come l'Hello America del bellissimo e bravissimo Nicolas Cage,

alias David Spritz)

un abbraccio

un fiore alla tua sensibilità

e tutto l'aiuto che ti servirà per migliorarti


quel qualcuno sei tu.


il "tu" grato al mondo, alla vita e a se stesso per essere come è

grato anche ai limiti della realtà

perchè senza quelli non avresti faticato mai tanto

e non avresti mai sorriso come stai facendo adesso.


Io sono una intrattenitrice.

quando sono in radio, su palco o nella vita

amo rendere le persone felici.

provo a fare di più ogni giorno.

alle volte ci riesco

ma c'è sempre un di più che viene dopo da raggiungere.

mi sembra che ce ne sia abbastanza da riempire una vita.









Titolo originale: The weather Man

Anno: 2005

Durata: 100 min

Regia: Gore Verbinski

Musiche: Hans Zimmer

Cast: Nicolas Cage, Michael Caine


The Weather Man - L'uomo delle previsioni

18 ago 2009

Incantatori di Serpenti, Pifferai Magici e Inventori di Favole

Il fatto è vero.
Ma non è di quel fatto vero che voglio parlare.

Chiunque di noi ha incontrato nella vita persone con uno scarso senso della realtà,
peggio ancora,
chiunque di noi ha almeno un amico bugiardo.

C'è un grave equivoco sulla menzogna, a mio parere, ed essendo il linguaggio una convenzione,
un accordo tra le parti,
vado a mettere in chiaro i punti del "patto" che stipuleremo per comprenderci in questo post.

Io conosco e riconosco chiaramente nella mia vita tre o quattro persone bugiarde, non di più,
e contemporaneamente so per certo che tutti mentono.

L'apparente contraddizione di questa affermazione si può chiarire semplicemente.

C'è una buona dose di menzogna - approsimatezza, inesattezza, reticenza o anche solo buona educazione - in ognuno di noi.
La società, la scuola, l'amore e la stessa famiglia ci insegnano che non si può dire tutta la verità, è una deduzione inevitabile per chi abbia ricevuto una minima dose di "lezioni" sul come si sta al mondo.
Fin da piccoli ci viene chiesto di non dire parolacce, di non dare del tu alle persone più grandi
...semplici "correzioni" necessarie al vivere comune.
Poi, crescendo, ci vengono imposti dei sistemi di comunicazione un pelo più restrittivi.
Se un cibo "ti fa schifo" ma sei ospite a cena di un'amica di mamma e papà
dici che "non hai fame", sarebbe maleducato dirle che quel che ha preparato è disgustoso o che è una criminale in cucina.
Contemporaneamente a scuola ti capita di dire che non sei preparato perchè non hai capito la lezione della professoressa e lei ti mette due.
Dalla volta dopo magicamente inventerai che eri malato e che non hai potuto studiare oppure copierai come un pazzo, che far capire ad un 'insegnante, dopo 40 anni di carriera, che le sue lezioni sono morte è un'impresa di gran lunga più difficile che imparare a truffare.
Intanto gli anni passano e tu ti fai ragazzina e perdi un'amichetta perchè le dici senza troppa delicatezza forse, ma con moltissima onestà, tutto ciò che pensi di come si è vestita.
E del resto, te lo aveva chiesto lei.
- "secondo me 'sti jeans ti abbassano ancora di più di quanto già non sei e ti si vede ancora di più il rotolo di grasso mollo sui fianchi" - tu non capisci bene cosa hai sbagliato, ma sai che la prossima volta, se avrai un'amica, le dirai sempre che "sta davvero benissimo".
Infine diventi adulto e tenti la difficilissima strada dell'amore, della convivenza, del matrimonio e un giorno quasi per eccesso di zelo o per festeggiare la conquistata meta "del non nascondersi nulla perchè noi due siamo più forti di tutti e tutto".
Alla domanda di lui "quanti uomini hai avuto?", o peggio, durante una normale chiacchiera post trombata in cui ci si confidano le cose più intime, ti lasci scappare in perfetta sincerità dettagli poco edificanti, ma verissimi, della tua vita sessual-sentimentale prima di incontrarlo o frasi del genere "era solo buon sesso.."
E zac! Sei condannata senza processo nè possibilità di appello da subito!
Ma pagherai per sempre.
Se lo ricorderà in eterno e ti guarderà con sospetto, che se riconosci il buon sesso forse non sei così affidabile, seria o profonda o romantica.
Sempre se non hai fortuna e vi lasciate prima...così avrai modo di mentire al prossimo dicendogli che lui è il migliore, che non esiste altro sesso se non quello fatto con lui e blablabla...(che tanto ci si lascia ugualmente ma dura un pò di più e nel frattempo si sta più tranquille, ovvviamente il discorso vale per entrambi i sessi!)

Ecco quindi spiegato quello che io penso a proposito del fatto che "tutti mentono".

Ora andiamo ai tre o quattro che sono bugiardi, di mia conoscenza si intende.

Il bugiardo ha delle caratteristiche stimabili a mio parere.

E' colui che abbraccia una verità privata, personale, riscritta ad arte per confondere, pilotare o semplicemente non turbare la vita altrui.
Ammettiamolo, il suo compito sarebbe quasi benefico se non perdesse quasi sempre il controllo.
Sì, perchè i grandi bugiardi hanno una costante...credono di potercela fare sempre.
Credono che nulla sia davvero provabile.
Sono autentici fan e concreta realizzazione in natura della teoria della RELATIVITA'.
E la loro arma è inevitabilmente, la PAROLA.
Grandi comunicatori,
si riconoscono facilmente perchè mentono senza più averne la necessità.
La menzogna diventa la loro unica realtà, e poco conta che di vero non rimanga che il loro nome, l'importante è fare,dire e vivere sempre in conformità al copione che loro hanno ideato per loro stessi e per te.
Si sentono degli dei, dei pifferai magici, incantatori di serpenti,
creano scenari fantastici e vivono della gratitudine che leggono negli occhi dei loro spettatori.

Sanno di avere dalla loro la volontà naturale dell'uomo a credere al bello e si offendono profondamente se non si concede loro la massima fiducia.
Del resto loro stanno creando per te e tu non puoi esser così scortese da insozzare l'opera d'arte del loro immaginario con frasi o considerazioni o reazioni legate - mio dio che infamia! - agli sterili FATTI.
Entrano in uno stato di caos mentale non appena la "loro" realtà viene toccata da quella degli altri, la "confutazione" delle loro parole con tutto ciò che è concreto li abbatte, li deprime, in alcuni casi li rende violenti o instabili.

In fin dei conti sono bambini che hanno bisogno di giocare e non vanno mai ripresi.
Anche perchè sono irriducibili.

Sono gli ultimi romantici
(o comunque credono di esserlo non contemplando l'ipotesi che il fiore resistentissimo dell'interesse,della passione o dell'amore può nascere anche nell'immondizia della quotidiana semplice ordinaria realtà),
si sentono grandi sognatori
ma hanno qualcosa in meno dei geni
perchè non sanno realizzare, forse nemmeno ci provano, nessuna o quasi delle cose che hanno in mente.

E perchè dovrebbero in fondo? conoscete una realtà più perfetta del sogno?
E' Difficilissimo rinunciare ai colpi di scena, alle promesse eclatanti, agli altri ideali e alle nobili speranze.
Insomma a tutte quelle storie da prima pagina.

Ecco.
Questi sono i bugiardi veri.
E questa è la base da cui si parte per parlare del film di oggi e contemporaneamente il punto di arrivo.

Non serve giudicare chi è bugiardo
basta tenerlo alla giusta distanza,
basta non metterlo in condizione di comandare un governo,
di influenzare le opinioni di molti,
di incasinare la tua vita o il tuo amore o la tua realtà.

basta lasciarlo dov'è.

In fin dei conti è solo un bambino - spesso infelice - che gioca.


Titolo Originale: Shattered Glass
Regia: Billy Ray
Durata: 95 min.
Anno: 2004
Cast: Hayden Christensen, Rosario Dowson


L'inventore di Favole





Recupero informazioni (ovvero si stava meglio quando si stava peggio)


Quando ho aperto questo blog

non volevo cominciare un diario
volevo soltanto curare un quaderno di appunti.

Ammetto di essermi trasformata in una vera femminuccia
tralasciando un dovere che avevo con me stessa:

quello di portare avanti il progetto di Visioni.


RIAPRE
RADIOVISIONI.BLOGSPOT.COM!


Enjoy it!



15 ago 2009

Rapsodia per Millepiedi




nuovi sospiri.

Bozza per un testamento


Giunta alla fine di una serie infinita di serate, storie ed esperienze vissute senza coscienza

lascio all'uomo che amo la capacità di mettersi in secondo piano

lascio agli amici che sono andati lontano la forza di resistere stando fermi

ai miei genitori lascio un pò di coraggio, che i sogni non sempre rimangono irrealizzati

agli amanti lascio tutto quello che di me che non hanno saputo prendersi in vita

alle conoscenze da bancone un pò di sole e tutta la speranza

ai miei superiori un pò di creatività

poi lascio agli amici che mi hanno tradito solo poco tempo in più di quel che resta a me,
per soffrire e per capire

e ai miei figli le mie scuse

per averli dimenticati, temuti, maledetti, scongiurati, eliminati.

(Programmato il 18 ottobre 2008)

Vola Vola





La donna nata prima della costola.

14 ago 2009

Pensieri Scarlatti




si torna a casa.

Stica

I need a friend

solo questo, un amico.

A chi il Mare, A chi il Male (ovvero Milano perde colpi)


l'assessore: «l'atteggiamento del comitato fa male alla nostra città»
Madonna: «Non tornerò a Milano»
La regina del pop irritata per le polemiche sui decibel che hanno preceduto il suo concerto. Terzi: «La capisco»

Il concerto di Madonna a San Siro (Fotogramma)
MILANO - Madonna affida al mensile tedesco Musik la sua irritazione per il limite di decibel imposto a San Siro, dove si è esibita il 14 luglio («È come deturpare un'opera d'arte»). «Non tornerò a Milano», minaccia, riaprendo una ferita per cui si batte da tempo l'assessore alle Attività produttive Giovanni Terzi. Il quale si schiera con la regina del pop: «Capisco perfettamente Madonna. Da mesi sostengo che l'atteggiamento di un comitato di quartiere composto da pochi cittadini fa male alla nostra città, alla sua internazionalizzazione. I fatti mi stanno dando ragione».

MILANO CAPITALE DELLA MUSICA - «Ricordo che Milano è la città italiana più importante dal punto di vista musicale, i concerti di quest'anno sono andati in maniera straordinaria - prosegue Terzi -: quello delle "Donne per l'Abruzzo" ha registrato 50mila presenze, contro le 30mila di Roma. E se Milano si conferma capitale della musica, San Siro è la "Scala" del rock. Noi faremo il possibile per garantire alla città i suoi concerti ogni anno, pur con l'attenzione che ogni evento si svolga col minimo disagio possibile. Anche perché, lo ribadisco, la musica non è rumore». Infine, un'anticipazione: «L'anno prossimo si celebrerà il ventennale del festival Latinoamericando. Abbiamo in cantiere un'iniziativa con i più grandi artisti latinoamericani e vorremmo l'evento clou al Meazza, anche se il festival resterà ospite del Forum di Assago».


Dopo aver perso il Boss, dopo essersi sputtanati con Madonna,
Milano si gioca a dadi anche me...

"IL BENE PIU' PREZIOSO SFUGGE ALL'UOMO CHE NON GUARDA AVANTI MAI"
canta Tiziano Ferro intanto.
E Milano pare si sia seduta sugli allori delle passate glorie e dei meriti datati...

Guardare avanti per me significa sapersi scordare dei danni subiti
(cme dei miracoli ricevuti o delle meraviglie create)

guardare avanti assomiglia molto a costruire
(ma è meno eroico ad un primo sguardo)

non è soltanto fantasticare cose che non ci sono
è un pò più come realizzarle (per esempio...)

ci vuole tempo, una resistenza bestiale
tanta pazienza e riflettori spenti su tutta la fatica che c'è dietro...

bisogna saperlo fare in maniera organica, lasciando che i muscoli si
allunghino e si fortifichino per raggiungere la meta senza lasciare indietro
la mente, gli affetti, le debolezze dello spirito

poca pubblicità,è sbagliato pubblicizzare lo sforzo,
toglie energie e spegne gli entusiasmi

un sacco di contegno e soprattutto volontà,
quella con cui non ti puoi far bello con gli amici, se non dopo.
(eheh perchè piacioni ci siamo un pò tutti...)

Ecco, alla fine guardare avanti - se hai davvero intenzione di andarci avanti -
suona un pò così...
...ed io questo lo so fare.
Lo so fare bene.
Fino in fondo.
Secondo le regole.

Per gli applausi ho tutto il tempo e Milano intanto - una sposa promessa di molti, a quanto pare - sembra offrire un soggiorno possibile. (e instabile, ma possibile...)

Staremo a vedere - Milano - se è a te che devo arrivare,
la mia meta non è un dove ma un cosa e tu,
ultimamente,
perdi punti a vista d'occhio.

Intanto ne parlo con il Boss e Madonna, vediamo che mi consigliano loro.

Greetings from Abruzzo


...Te lo abbiamo regalato questo mare...
non te lo sei guadagnato per il solo fatto di esserti fatto qualche km,
dipendesse dai km i camionisti comanderebbero il mondo!

Nel mare ci si fa l'amore, ci si tuffa, immerge, nuota e annega.

I bagnetti sono quelli che ti vai a fare nella vasca per rinfrescarti.

Colpi di Testa


Dopo 10 anni è tornata.
Dopo 30 anni è diventata realtà.
Quasi a distanza di una vita riesce a farsi riconoscere nitidamente.
Una notte desolata in mezzo al nulla, umano e non.
La Regina delle Ghiandole impunta i piedi e per la prima volta suona la sua sinfonia.
Tutto il giorno a parlare di malati del resto, c'era da aspettarselo.
L'ho imparato 10 anni fa che chi vuole essere malato va lasciato nel suo stato,
chi vuole essere salvatore lo stesso,
ognuno nasce e muore nel ruolo che si è scelto.
Molto peggio,
ognuno nasce e muore nella lotta tra quel che è e quel che vorrebbe essere.
Mi osserva quasi sempre da lontano, apparentemente immobile
ha un suo modo di affrontare le difficoltà
lo fa in maniera sonora e lentissima poi di colpo decide e decreta.
Diventa spessa , diventa materiale
e comincia a sorprendermi.
Impone le sue regole, lo fa con i suoi modi
mi infligge punizioni corporali
e poi mi rende immortale
mentre mi uccide.
E' solo la mia testa...
E quando attacca a suonare lo fa
senza vergogna
Mi opprime la sua durezza
mi affascina la sua violenza
su tutto e tutti, compresa me
Mi appartiene in tutto
anche mentre mi costringe ad andare via dove
per amore (e altre idee assurde..) resterei

lo sapeva 10 anni fa
e si conosce da una vita

potete farle una puntura per farla tacere
ma con tutto il resto...
tutto il resto è un problema vero
la vigliaccheria non la impietosisce
nè le chiacchiere la distraggono
le lusinghe la infastidiscono perchè sono quasi sempre false
e l'amore, oddio, l'amore com'è inutile sulla bocca degli uomini.


il problema non è la fiducia negli altri o in sè stessi
il problema è che se io so molto bene quello che voglio
lei sa ancora meglio cosa non vuole

il problema è
e che non posso accontentarmi di niente che valga meno di
quello che già ho e conosco.



una serie di colpi di testa
alle volte è l'unico modo
per sopravvivere a tutta la morte che ci circonda.

4 ago 2009

roberto cotroneo



Abbandoniamo per un giorno i temi politici. E concentriamoci su quelli culturali. Ieri su un giornale molto particolare, "L'Osservatore Romano" è apparsa una recensione davvero interessante. Il critico musicale Marcello Filotei scrive un articolo fortemente polemico nei confronti del pianista Giovanni Allevi e della sua musica. Dice: "Giovanni Allevi non è affatto "strambo", è costruito con una cura assoluta ed è la rappresentazione oleografica del compositore, così come se l'aspetta chi non ha molta consuetudine con le sale da concerto". E più avanti: " il compositore marchigiano arriva e offre al pubblico quello che già conosce... E questa è la forza culturalmente pericolosa dell'operazione Allevi: convincerci che tutto quello che non capiamo non vale la pena di essere compreso. Rassicurati sul fatto che "non siamo noi ignoranti, sono loro che non sanno più scrivere una bella melodia", potremo finalmente andare fieri di non avere mai ascoltato Stravinskij".
La recensione del quotidiano della Santa Sede è molto stimolante. Non tanto per il fenomeno Allevi, che di per se ha pochissimo di interessante, quanto sul fatto che il pianista marchigiano definisce la sua musica: "classica contemporanea". In realtà la musica classica sta ad Allevi come la pizza napoletana sta a quella che vendono surgelata in Germania. E Allevi stesso è un fenomeno commerciale, che porta con se tutti i luoghi comuni sulla musica, sul pianoforte, sull'esecuzione pianistica. Qualunque persona di media cultura musicale capisce immediatamente di che musica si tratta: roba da aereoporto o studio dentistico, perfetta per rimanere in sottofondo. Ma é soprattutto una musica che non ha ambizioni, né di essere ricordata, né di essere ascoltata con emozione.
Eppure è ormai qualche anno che ci si sente ripetere sempre la stessa cosa. Allevi compositore strambo, ragazzino capace di incantare quando siede alla tastiera. E invece se lo ascolti dal vivo ti accorgi che il suo suono non è mai pulito, che la dinamica pianista di Allevi è incerta, e che persino la tecnica non è al livello di un pianista degno di questo nome. Per non parlare del livello delle composizioni. Ma queste cose non le scrive nessuno, perché i critici dei giornali non sono critici, ovvero non sono persone con una preparazione specifica per capire certe cose, ma sono giornalisti che esprimono giudizi. Ovvero persone prive di una vera preparazione che si inventano canoni che non esistono.
Il critico dell'"Osservatore" aggiunge: "In un Paese come l'Italia - dove c'è chi, come Alessandro Baricco, arriva a scrivere e dirigere film per spiegare che Beethoven è sopravvalutato - è abbastanza frequente che si cada nel tranello dell'artista svagato. Certo non è colpa dell'artista in questione, ma di un sistema scolastico fatto di flauti dolci e Fra Martino campanaro che spesso non fornisce gli strumenti per distinguere Arisa da Billie Holiday, figuriamoci Puccini da Allevi".
Io direi che è colpa di tutti. Di tutti quelli che hanno inventato casi, fenomeni, scrittori, geni della musica, artisti che non avevano peso e valore, per moda e per debolezza, e perché proni a un'industria culturale capace di manipolare i media. Il risultato è quello che abbiamo sotto gli occhi. È quello che vado a ripetere qui da mesi. Il crollo culturale di un paese che va di pari passo con il crollo morale. Riguardo ai flauti dolci, magari si insegnasse davvero a suonarli, sarebbe già qualcosa.

in ordine di apparizione...