20 ago 2009

I figli di Lucrezia (o degli uomini, tanto è uguale)


CREARE...

Un verbo che uso solo quando si parla di arte.
In passato forse anche per Dio, ma io non ho mai avuto né grande simpatia per lui
né grande familiarità e così...ho sostituito il Dio di Abramo, Isacco, Giacobbe e Berlusconi con i miei "dei"... Hitchcock, Puccini, Zappa, Michelangelo, Shakespeare, Rachmaninov, Bach, Chaplin e insomma ci siamo capiti....
Uomini superiori, in grado di creare dal nulla qualcosa di speciale.
In grado di rendere reale un pensiero, un'idea, una forma, un sentimento.
la CREAZIONE è una cosa per pochissimi.
Tutti artisti.

E me ne ero scordata davvero, lo ammetto, delle femmine...

Forse perchè come donna sono un disastro , forse perchè non ho mai dato peso a quella incredibile unica sostanziale differenza tra femmine e maschi di ogni specie animale e vegetale,

La possibilità naturale di creare vita.

Amo le parole che compongono questa frase....

la POSSIBILITA' ... che Non è obbligo, non è dovere e non è certezza....

la NATURALEZZA...che Non è studio, non è consapevole costruzione e non è cosa che si impara....

la VITA...che Non morte, non è soltanto morte almeno....

E per la prima volta guardo alla mia gatta - alla sua terza gravidanza - Lucrezia, con invidia sincera.
Colgo in lei l'accettazione di tutte e tre le parole, nel senso più completo.
La possibilità che avvenga, nel momento in cui decide tra i maschi del quartiere con quali sente la voglia e l'esigenza di accoppiarsi, quel che naturalmente può avvenire, ovvero creare la vita, accettandone anche la piccola componente di morte che contiene.
Dei suoi 5 cuccioli uno è morto nei primi due giorni...non lottava per mangiare e lei lo ha guardato morire, su nove cuccioli avuti fin qui (chissà quanti ne sforna con la prossima poverame!) se ne è vista sottrarre nove, gli ultimi nemmeno un mese e mezzo fa e lei è di nuovo coinvolta in questa meraviglia naturale.

La veterinaria diceva che dovevamo castrarla,
che la vita di una gattina è più breve per via delle gravidanze
io mi sono rifiutata con forza
"è assurdo - dicevo - se la natura le ha dato questa possibilità perchè intervenire?
e poi figurati se una femmina muore perchè fa dei figli, è assurdo..."

qualcosa mi dice che se è anche fosse vero
Lucrezia sa accettare anche questa realtà
non lotta contro nulla di sé ed è perfetta
non considerando la conservazione della sua vita
l'aspetto fondamentale della vita.

Intendiamoci l'istinto di sopravvivenza la induce a mangiare, dormire, bere, cacciare e difendersi
eppure incredibilmente non la spinge ad evitare di procreare.

E la veterinaria insiste...bisogna castrarla...

ed io dico di no e guardo Lucrezia con invidia e con stima...e mi sorprendo a darmi della cretina
per tutte le volte che nel difendere quella splendida creaturina che vive in casa mia
non mi sono accorta di quanto ero uguale a lei...


Ho guardato questo film con il cuore in gola
pensando al grigiore di una società che si lascia morire perchè
non può più concepire
non più sperare nella vita nuova

e mi sono commossa guardando una
donna scappare tra le bombe
e gli spari e le guerre con la
sua pancia sfacciata

e militari pietrificati e incapaci di muovere un muscolo come davanti ad una madonna
perchè è una madonna l' ultima donna in grado di creare
su di una terra divenuta sterile

ma è soltanto una manciata di secondi nel film (e nella vita)
poi tutto ricomincia
la morte
la fuga
le bombe
gli spari
i militari e gli uomini con le loro guerre
e le donne con il loro ventre vuoto
e tutto resta com'è fino al prossimo miracolo


Accetto la possibilità naturale di creare la vita?
io?!?
macchè!!!
non scherziamo.


p.s. La citazione pinkfloydiana del maiale che vola è stata particolarmente gradita.




Titolo Originale: Children of man
Regia: Alfonso Cuaròn
Durata: 109 min.
Cast: Clive Owen, Julianne Moore, Michael Caine
Soggetto: P.D. James
Musiche: John Tavener


I FIGLI DEGLI UOMINI.






















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