28 set 2010

Learning to fly...

Quadrupede quadrumano di grandissime dimensioni, forse volante,
considerati i suoi rapidi spostamenti.
La sua apertura alare, di non facile misurazione, mediamente si
attesta intorno ai 600 km. La media è richiesta dal fatto che questa
creatura non pare avere una dimensione fissa, e nemmeno variabile in
funzione del tempo e della sua crescita o maturazione biologica, come
altre, e più comuni, creature terrestri. La sua dimensione varia in
funzione di variabili che la creatura stessa è restia a pubblicizzare
e che ne rendono particolarmente difficoltoso lo studio.
Quello che è parso di intuire da ricerche approfondite è che sembra
che il suo umore sia inversamente proporzionale alla sua estensione.
Quando è molto piccolo sembra essere molto felice. Sembra quasi che in
posizione raccolta esso raccolga anche le sue energie fin quasi a
brillare di luce propria come una qualunque stella del firmamento.
In assetto piccolo inoltre viene spesso colto in posizione orizzontale
mentre emette suoni non sempre intellegibili.
In assetto esteso, fino a 600 km e oltre, a dispetto della potenza che
una tale estensione lascerebbe presagire, si deprime un poco e spende
molte energie (e molti soldi) anche solo per poter prendere delle
semplici decisioni circa il suo immediato futuro.
Da queste ultime considerazioni pare che alcuni studiosi abbiano preso
spunto per sancirne lo scarso interesse scientifico a causa del suo
basso livello di sviluppo, oltre che una sua inevitabile e prossima
estinzione (eventualità di fronte alla quale la creatura pare abbia
reagito toccandosi i coglioni, ben riconoscibili e di nobile fattura,
con tutte e quattro le mani)
Altri studiosi invece sospendono il giudizio e continuano a studiare
la creatura, certi che saprà riservare grosse sorprese.

18 set 2010

Scena I - interno illuminato a giorno (ma è notte)

Per gli insonni è lo spazio di un pensiero, per Lei era una notte intera da vegliare senza farsi sentire vedere o intuire da nessuno.



Lontana dal letto cui aveva legato la mente ma non il corpo, guardava da una finestra ad una strada diversa dal solito.
Non riusciva ad intuirne bene i motivi ma quella che aveva davanti era la perfetta riproduzione della via di casa sua con qualcosa che non sapeva più di casa.
Il lampione che illuminava l'angolo era spento.
Ma non era questo, mille altre notti lo aveva visto, assente ingiustificato, rifiutarsi da far luce.
Non lo ricordava  - in realtà - ma ne era certa.
Altrove sentiva un bambino piangere, le macchine passare lente, altri uomini - loro non li sentiva fisicamente ma li intuiva chiaramente - pensare.
Come lei.
Soli.
Ad una finestra.



Quello che aveva lasciato alle spalle era il totale di una vita passata a curare dettagli senza mai guardare l'insieme.
E su questo pensiero non riuscì bene a comprendere il perchè cominciò a spogliarsi.
E partì dall'interno, dal sotto, dal nascosto, dall'intimo, dal personale.
Sfilati via i pensieri come indumenti -  pensava -  dovrei restare nuda.
L'emozione che si prova ogni volta che si resta nudi è deludente e sensazionale.
Sposti via la stoffa e quello che resta è solo pelle, solo corpo, e non è nudo, mai veramente nudo.
Peli, nei, pieghe e rughe che parlano e ancora parlano...della tua vita , del tuo scendere e salire su cibo, sudore e malattie.
Eppure tutta quell'aria a contatto...



Altrove - Sì ma dove?
Diversamente - Sì ma come?
E tu che c'entri?
Come stai nudo?
Come sto nuda?

Guardarsi è semplice a volte, guardarsi dentro dico.
Guardarsi è semplice a volte, riconoscersi volevo dire.

Oh sì....ci si sfiora il respiro così tante volte da non capire più se questa commozione così sincera
è vera, è nostra, è viva, è reale.





"Qualcuno dice che sono troppo nervosa per capire come essere me stessa senza ferire me stessa."



"La verità - pensava - è che non è quel lampione che fa la differenza ma questa qui non è più casa mia..."

Altrove...intanto qualcuno fumava.
Ne sentiva il profondo aspirare, quel ridere poco spensierato, quel cercare fuori
fuori da sè si intende
una soluzione.


Accese una sigaretta, lo faceva ogni volta che si sorprendeva a giurare che non ne avrebbe mai più toccata una

e poi sorrise


sì, anche al lampione spento...

...come se ne avesse inteso le parole.


(brano del 15 Luglio 2010.)

15 set 2010

Sdraiata come mai nella vita. ho detto tutto. (1 maggio 2010 h 23 circa)


(Alla mia amica F. e alla mia pelle troppo calda)



Finisce sempre così.
Con i bimbi che piangono e le mamme che gridano e alzano gli occhi al cielo
"che ci vuole una pazienza" e se lo sono dimenticate che "falli anche tu! è bellissimo!!"

Finisce sempre così.
Che ci sono i mariti, in un angolo, che guardano le altre e le mogli che fan finta di non averlo visto
"che ci vuole una gran pazienza" e non se lo riescono più a ricordare che prima ad esser guardate erano loro

Finisce sempre così.
Che mentre ovunque ci sono persone che si innamorano capita proprio a noi di incontrare quelle che smettono di amare
ed è sempre, solo, "che ci vuole una gran pazienza", che non ce lo ricordiamo mai in tempo che
è sempre così che finisce.

Finisce sempre così.

9 set 2010

Vagabondaggio Intellettuale. Dal Martedì alla Domenica...









Il martedì è il giorno delle donne che sole non restano mai del tutto.
Dedicato alla ricerca della domanda se è la risposta che pesa sul cuore.
Strizzato tra i giorni liberi di qualcuno, le lezioni di pilates di qualcun altro e la paura che
alla fine della notte arrivi un giorno. Uguale agli altri. Di nuovo.
La strozziamo nella culla la voglia di andare a dormire, che già dal calar del sole - il Martedì e perfino la Domenica - 
ci facciamo trovare svegli, pronti, con gli occhi sgranati e stanchi che sperano in una novità che non arriva mai.
Da 0 a 10 e poi di nuovo. 
Un gioco buono per tutti i perdenti.
E nello sforzo di sfiorare quell'11 che mi aspetta...apparecchio i nuovi Martedì e provo a vivere una Domenica meno liquida, meno calda e sabbiosa, meno pronta a sudare la sua insoddisfazione al ritmo di un suono che non arriva mai o quasi...

Sì perchè c'è Domenica e Domenica...

E ci sono canzoni che hanno suonato solo per me ed il mare questa estate 
suoni perfetti con cui è bello fare l'amore tra le onde

E le corse sceme verso una solitudine che speri possa prenderti per sempre
che non hai più voglia di tornare indietro 
non hai più intenzione di lasciarti convincere a sorridere, parlare e credere

Belle le onde 
quando ti portano via

Con la tua musica che fa tremare anche il cielo
molto meglio

E poi si torna indietro
e sulla passerella che ti riporta alla vita
ti chiedi poi se è lì 
proprio in quel passaggio nel mezzo
e in tutto quel che senti durante il viaggio
che ha senso il tuo scappare via verso il mare
per tornare indietro ancora una volta, all'asciutto... 


con gli altri.

con tutti gli altri.

Da Martedì a Domenica.


4 set 2010

Primi Appunti.


Chi me lo doveva dire nella vita che per vivere una festa dei 18 anni dovevo averne 31?


Ho imparato poche cose.
ma le ho imaparate bene.





Volere è Dovere






Non esistono persone fidate





Chi ti chiede se hai mangiato ti vuole vivo






Un argomento per volta, per favore.





Onora Padre, Madre e Feste.




in ordine di apparizione...