23 ago 2009

Maria Antonietta


"Ma lo sai com'è morta Maria Antonietta?"
me lo ricordo bene.
Me lo disse la madre rancida di un bimba sfigata
che avevo la ventura di frequentare quando avevo 5 anni.
Era il giorno di Carnevale.
Io, cresciuta a poppate di Lady Oscar e La stella della Senna,
ovviamente
ero vestita da - manco a dirlo - Maria Antonietta.
Imparare a 5 anni cos'è una ghigliottina
non è esattamente quello che io chiamo
"crescere in maniera serena"
tuttavia è così che è andata.
e grazie a Dio non mi ha cresciuta la madre rancida della bimba sfigata
ma la mia di madre
che, invece,
il vestito di Maria Antonietta me lo aveva cucito.

I grandi hanno uno strano modo di farti accedere alla loro esistenza.
Uno strano modo di coinvolgerti.
Spesso mi capita di pensare che i grandi - ormai sono tra loro e confermo -
non riescono sempre a capire che hanno davanti una personcina, piccola.
O peggio che i grandi non si sono accorti di essere diventati grandi.
Forse quando si parla di età
il concetto sembra più complesso,
o meglio,
più spigoloso, perchè deve tener conto di un miliardo di fattori.
L'infanzia che hai vissuto, le esperienze dell'adolescenza e non ultimo lo sviluppo nell'età adulta.

Quando però il termine "grande" si dà non per fatto di età
ma per fatto di "ruolo che si ricopre"
diventa facile tirar giù giudizi.
I "grandi" della terra non ci capiscono
I "grandi" della terra se ne fottono
I "grandi" - potenti, ricchi, nobili o famosi che siano -
non vivono come noi, non mangiano come noi, non respirano né sentono come noi.

E mentre il popolo si cimenta nell'ardua impresa di restar bambino
ai grandi spettano i lussi, il giudizio e l'incomprensione.
Perché ammettiamolo - Presidente del Consiglio compreso -
ci può stare che vengano fraintesi
(nel caso del Presidente del Consiglio non ci può stare che venga solo frainteso comunque...)
e giudicati male
ci può stare che sia difficilissimo per loro arrivare a farsi comprendere
e ci può stare - per un banale calcolo statistico - che anche a loro
non dico a tutti
ma a parecchi
interesserebbe essere amati
piacerebbe potersi rilassare
farebbe comodo di tanto in tanto essere confortati
e - perché no!? -
farebbe piacere non essere visti.

Non so se Maria Antonietta fosse tra questi grandi,
al di là dell'assoluto fascino della
sovrana ghigliottinata
(perché il popolo ha fatto il lavoro sporco di marketing,
con esiti per altro geniali
e superiori a qualsiasi suo sforzo d'essere alla moda, desiderata o ricordata)

so che di lei - forse giustamente - si ha un ricordo inferiore a molte sue colleghe.

Non è la grande Elisabetta I
Nè l'assennata Elisabetta di Baviera
Non è l'astuta "suocera d'Europa" Maria Teresa d'Austria (sua madre)
nè tantomeno - volendo cercare tra le sfortunate -
la misteriosa zarina Anastasia.

Lei è la superficiale regina di Francia
la sfrontata "austriaca" che dichiarò - o così dicono -
mentre il suo popolo moriva di fame
"se non hanno pane che mangino brioche"

Insomma diciamocelo
i presupposti per sembrare una stronza a cui tagliare la testa ci sono tutti
e condivido la voglia, il sentimento di attrazione
e il tentativo di raccontare meglio la sua storia
di provare a metter in risalto
le difficoltà di una donna che ha dovuto pazientare anni per riuscire ad avere un regolare
rapporto coniugale con suo marito
in un momento storico in cui i parti addirittura erano pubblici per la stessa sovrana.

Una ragazzina austriaca che si ritrova nemmeno diciottenne regina di un popolo che non la vuole

Una donna annoiata, forse leggera, ma in fin dei conti
- a pensarci bene -
ne conoscete una che non faccia shopping per dimenticare
le sofferenze d'amore, le privazioni affettive e l'astinenza forzata?

si sa!
Può più un parrucchiere nella vita di una donna poco amata
che l' Altissimo (purissimo, leNTissimo...)
Dio in persona.

Ed io comprendo a pieno l'esigenza di raccontare meglio la sua storia,
comprendo la voglia di farlo con gli strumenti più contemporanei che ci sono
e comprendo che la mia colonna sonora è rock,
perché un minuetto da ballare a corte nel 1700
è esattamente come un pezzo commerciale da sudare in discoteca oggi.

Quello che non capisco è perché non portare
a termine la missione.

Scelgo la musica pop rock e mi sto sforzando d'essere originale

ma allora perché mi rifaccio a tutti, ma proprio tutti
- ma ne basta uno citato "Le relazioni pericolose" di Stephen Frears,
da cui la piccola Coppola ha saccheggiato un mondo intero -
i film in costume che conosco?

Perché scelgo un montaggio - a tratti - da videoclip poco originale?

le scene patinate della "regina" che tocca un filo d'erba
si bagna le dita nell'acqua
cammina al sole con sua figlia e coglie uova,
che sembrano urlare senza senso
"vedi??? sono umana anche io!!! vedi???
guarda! tocco l'erba, prendo il sole, sto zitta e mi vesto da casa nella prateria"

Perché ci metto dentro
- come mille altri prima di me in mille altri film "in costume" -
la tipica superficialità da corte
facendo veder le feste sontuose e le chiacchiere sotto i baffi?
(questa cosa la sappiamo non ci serve di rivederla ancora
non per tutto il tempo)

Perchè costruisco una scena, scelgo costumi, colori e tutto il necessario per
far sembrare questa bambina regina straniera infelice destinata alla ghigliottina
una "squinzia trendy"
dolce ma ininfluente?

Non capisco, davvero, non capisco
come un dolce con tutti gli ingredienti che non monta in forno
o una giornata perfetta che però alla fine ti porta a pensare che vuoi morire

La figlia d'arte Sofia Coppola
ci prova
a tratti è graziosa
un pò ossessivamente femminuccia e un pò forzatamente "maschiaccio"
ha tutti i mezzi per fare un gran film
ma poi
come molti "grandi" per titolo nobiliare, per diritto di nascita,
si perde nelle sue piccole manìe
(ed è un pò giovane per averne registicamente)
si rivela presuntuosa senza muscoli nelle scelte
un pò semplice nelle soluzioni
distratta nell'analisi di quel che lei stessa sta dicendo
mediocre in fatto di introspezione


affida al mezzo tecnico (che con i soldi di papà non è proprio da giovane regista indipendente)
quel che dovrebbe essere il suo mestiere

scegliere
tagliare
smontare
rimontare
sognare
dipingere
e precisare un'idea,
la sua.

Non le riesce bene ,
come a Maria Antonietta del resto,
di essere la Grande
predestinata per nascita
che è.

Ed è un peccato,
perché non ci sarà ghigliottina
a fare di questo film facile
un mito.


"Sai com'è morta Maria Antonietta?"

Sì, di infelicità!


Come tutti i
Grandi
"Normodotati"
del mondo.




p.s. E basta co sto cazzo di rosa per indicare la leziosa inutilità di facciata
di una donna.

Regia: Sofia Coppola

Anno: 2006

Durata: 123 min

Musiche: Jean-Benoit Dunckel, Nicolas Godin, Steven Severin

Cast: Kirsten Dunst,Marianne Faithfull, Judy Davis, Asia Argento




Marie Antoinette




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