3 gen 2011

il 2010.




E' iniziato l'8 gennaio con una confessione che aspettavo di fare da tempo
Ed è finito il 17 gennaio con una violenza.

E' rimasto sospeso nel nulla per parecchi mesi poi all'improvviso è esploso
con un bacio appena sfiorato, che mi ha paralizzato dopo infinite nefandezze davanti alla mia vergogna 
e mi ha legato polsi e caviglie.

Il 25 giugno mi è scappato un urlo, una preghiera ed un silenzio violento, profondo, dovuto e sentito.
E poi...

Tantissimi km, i telefonini finalmente dimenticati, la musica al volume dei miei desideri,
un mare mio come mai nella vita e la certezza che tornare indietro non si può e non si deve, a volte.

Poi i sassi di una spiaggia ficcati nei reni, le nottate passate a cercare di dormire dove nessuno - da solo -  dovrebbe mai, qualche divano di fortuna e una carezza ogni tanto per far finta di vivere.

Una chiacchierata sulla spiaggia piena di confessioni insospettabili fatte a chi non sapevo fosse già mio,
un brindisi davanti ad una cena surreale,
la nostalgia di tutti gli amori passati e la paura di aver perso l'amore dentro,
nel cuore,
 la forza sconsiderata di dire, dopo un' infinita serie di "si", soltanto "no".

Un nome che non vuole andare via ma che si perfeziona in essenza e sostanza.
Uno sguardo sincero nella folla e il senso proibito dello scoprire che per qualcosa e qualcuno 
io esisto ancora e non sono cosa scontata.
Una famiglia, la mia tutta, da tenere lontana per sbagliare e scegliere senza fare male a nessuno.
Una famiglia, mia e non naturale, tutta da riconoscere e a cui non dire mai addio.
Amiche meravigliose insperate e amici di una vita ingialliti col tempo, per invidia, per debolezza.

La paura - quella vera - che avevo dimenticato.
La rabbia - quella sincera - che finalmente esce da me e si fa voce.
E il corpo...nuovo, ancora troppo fermo, ma così vivo, così presente e pronto a cambiare.

Il peso che oscilla tra il nulla e un tutto pensato, 
l'alcool che mi tiene in vita e 
un'estate che ha avuto il mio nome e la mia anima, 
con sofferenza, piacere e dignità

La ricerca di una nuova possibilità, di un nuovo modo di stare al mondo, una corsa impensabile tra me e il mio pensiero,
 a chi fa prima...!

La consapevolezza dopo millenni dei miei sbagli e dei miei meriti.
La voglia di essere una sola persona. integra. intera.
La forza di sbagliare altre mille volte perchè ci credo io e sono pronta a perdere tutto per quello in cui credo.

E il volere che si fa di nuovo religione,
il dovere solo a me stessa una nuova verità, una nuova dignità
e il potere solo piangere a volte, solo ridere, solo godere.
Ancora troppe parole dette, e un bisogno di casa che non pensavo avrei mai sentito così violento dentro di me.

E poi, a parte, qualcuno che mi porta via, ma lo fa davvero,
"perchè altrimenti non posso mai stare con te"

ed è tutela, cura, pensiero, azione e terre mai viste, regalate ai miei occhi in fughe senza pari.

E le mie incoerenze tutte da risolvere e comprendere
e questa dannata attitudine a non affogare che mi fa stare a galla 
ma mai nuotare sott'acqua mai capire nel profondo mai rischiare 
che non mi fa mai fidare di nessuno

questa ottusa attitudine a scappare alla prima che mi mette in bilico...


c'è voluto un anno, meravigliosamente insicuro e portentoso come questo 2010
per togliere la rete....


in agguato in ogni angolo della mia vita e del modo in cui me la giro e rigiro 
tra le parole i sorrisi le mani e il profumo
questa fottutissima capacità di non rischiare mai davvero, tutta ancora da neutralizzare

e intanto un anno nuovo a cui dare il buongiorno,
senza malinconia
senza paura, ormai, davvero


bello o brutto 
ora so che posso sostenerlo
che posso chiedergli di essere come lo voglio io
tutto sta a dirlo 


Attendo le mie nuove parole
e mi sgranocchio patatine fritte

era un anno che non lo facevo!


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