24 mar 2008

Hillary and Jackie

Di storie che descrivono il rapporto tra fratelli o sorelle molto legati ce ne sono a migliaia,
di rivalità tra consanguinei anche,
per non parlare poi della enorme quantità di frustrazioni perfettamente descritte in piccoli grandi film che trattano il rapporto tra due persone nate con lo stesso cognome e diverse abilità.
Ma quando a farlo è un film che intende raccontare la vita di un talento folgorante e puro come quello di Jacqueline Du Prè la faccenda si complica....

Alfred Hitchcock si trovò costretto a cambiare il finale di "La donna che visse due volte" poichè il suo protagonista maschile, James Stewart, era un buono assoluto, un intoccabile e non poteva essere trasformato in un cattivo agli occhi del pubblico da nessuno.
Nemmeno da un maestro come il buon Sir Alfred.

Io credo che questo principio si dovrebbe estendere a maggior ragione ai personaggi realmente esistiti quando ci si trova a dover raccontare la loro vita.
Forse perchè è difficile accettare che il talento abbia dei lati oscuri o, peggio, dei rovesci della medaglia non trascurabili.

Temo che sia questo il fattore che rende difficile la Visione del film "Hillary and Jackie"
di Anand Tucker ,1998, con una superba Emily Watson.
Accettare che la bella e sfortunata violoncellista non volesse in realtà suonare il violoncello,
accettare che fosse così insoddisfatta e "prima donna" da tentare di rubare il marito a sua sorella, accettare che avesse macinato i suoi pochi anni di vita (42 considerando anche gli anni della malattia...) con nel cuore soltanto la frustrazione di non sentirsi amata sembra riduttivo, poco elegante nei confronti di una persona scomparsa (soprattutto se si considera che il film è basato su un libro scritto da Hilary e Pierce Du Prè,sorella e fratello della defunta meravigliosa creatura) e assolutamente fuori tema rispetto a quello che chiunque, l' abbia ascoltata si intende, desidera vedere in un film su di lei.
D'altro canto, c'è una parte di me che accetta con rassegnazione e forse un pò di conforto, poco nobile in verità , il fatto che un film sulla storia di due sorelle, di cui una destinata alla leggenda, può essere effettivamente pieno di inutili dettagli.
Una parte di me mi ricorda che dopotutto siamo esseri umani e che al di là del mondo ideale in cui colloco certe figure esiste un piccolo mondo fatto di grandi vuoti, di solitudine indicibile e di vanità, debolezze e difetti vergognosi che talvolta, quando si incontrano in uno spirito davvero superiore (e forte) si mescolano e diventano elementi necessari per regalare al mondo qualcosa di assolutamente impareggiabile e prezioso...

Qualcuno una sera mi diceva "se fossimo perfetti non creeremmo nulla, se avessimo tutto non faremmo arte, se ci fosse in noi un senso di completezza a che pro struggersi per la musica o il teatro o la pittura o la scultura?"
e forse aveva ragione....

In fin dei conti anche dopo questa Visione continuerò a pensare alla Du Prè violoncellista e non alla donna.
Una triste ma inevitabile legge di spettacolo.


...mi verrebbe da citare una nota aria d'opera...
"sei tu forse un uomo? ahahahahah
No!tu sei pagliaccio!"

Ai fratelli ricordarli come fratelli,
Ai genitori ricordarli come figli,
A noi , spettatori, ricordarli per quel che ci hanno saputo donare,
Ringraziarli per i momenti in cui ci hanno tenuto stretti e tramandarli perchè nessuno mai li dimentichi....

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