17 mag 2011

Solitudine. Profonda.





E' ormai cosa certa....quello che rifletto con costanza tipo una volta ogni venti giorni!
Una roba inaudita....è che io vorrei migliorare e il mondo dice "rallenta"
La cosa che mi infastidisce di più è che se non sono felice di questo mi viene pure ricordato
"Sorridi!"....
Ma sì! sorridiamo....in fin dei conti è solo che non migliora davvero mai niente!
A questo senso di isolamento che davvero mi ammazza, ogni giorno di più.

2 mag 2011

Lenti.


Tutto prende forma prima o poi, no?

22 apr 2011

E' vero.




La sofferenza non giustifica il peccato.


D'altronde non eleva la stupidità,
non la emancipa dal suo esser nulla senza peso
dal suo ripetersi monocorde.

La bontà non basta a giustificare quel lento
flemmatico piegarsi, invecchiare, ciarlare di niente

Non basta nemmeno a coprirne lo smunto colore come
farebbe un buon trucco, un cerone forte sotto i riflettori impietosi
di una ragione che infuria
e chiede solo di crescere.

E' vero.
La mia sofferenza non giustificherà mai i miei peccati.
Ma infatti le giustificazioni le sto lasciando - da tempo -
ai deboli, ai  ricchi e ai diplomatici.

E' vero,
tutto assolutamente vero.

Tranne il mio nome sulle vostre labbra.
Scusate la presunzione.

18 apr 2011

Pigolanti




...E superbi,
morbidi e nuovi
sanno di latte
e non ne vogliono sapere di sembrare meno che uccellini
anche se poi lo sappiamo tutti che da grandi...


...Del tutto ignari del loro potere
sparano a zero su questa mia nottata
piena di pesi sullo stomaco.

Ammettiamolo,
 mi sono fatta vecchia per un kebab in piena notte!

Mi fa l'effetto degli arrosticini...
solo che mentre con gli arrosticini mi si materializza una pecora
che non ne vuole sapere di separarsi da me per circa due giorni,
col Kebab non ho ancora capito che cazzo di animale si materializza...
ma è brutto!

Madonna se è brutto....

Vabbè.

I pigolanti pigolano felici.

Anche questa notte,
almeno a musica,
stiamo messi bene.

14 apr 2011

Amore, a volte.

Così lontano dall'immaginabile,
così legato a quello che solo io so e sento
così inseparabile da quello che io sussurro a me stessa
e così diverso da quello che tutti nominano
da restare
a volte
l'unico faro esistente.
Il mio Amore,
a volte.


5 apr 2011

Un'idiota.


dal Manuale del perfetto conduttore radiofonico
cap I 
VOL I
Prima riga.

ACCERTARSI CHE IL MICROFONO SIA SPENTO.

2 apr 2011

Musica e Parole, le mie favorite....

Fin dall'inizio dei tempi...





Era un uomo che sembrava sempre in procinto di andarsene.
Quando lo aspettavi, si faceva vedere con tre o quattro ore di ritardo, oppure non arrivava affatto, o magari spariva per giorni e giorni, settimane intere, senza lasciare un numero di telefono o una spiegazione.
Ed era sorprendente quanto fosse facile assuefarsi all'amore per lui,
quanto la sua mancanza fosse affine allo stargli assieme:
Lui ti portava così vicina alla solitudine, quella che ognuno sente dentro di sè, quella che si coglie sui volti delle persone nelle metropolitane mezze vuote.
Anche dopo che avevano fatto l'amore e lui si staccava da lei, anche allora, pochi minuti dopo essere venuta, sentiva di perderlo.
Certi uomini, amandoti, ti lasciano nel corpo l'impronta della passione, come un bambino che ti cresce nel ventre.
Possono restarsene lontani per un anno, ma il tuo corpo continua a sentirsi colmo di loro, colmo del loro amore.
Lui ti lasciava come svuotata, colma soltanto della desiderio per lui, di speranza che la prossima volta,
la prossima volta....
E quando ti accorgevi che non avrebbe mai potuto darti quello che chiedevi, lui ormai era l'unica cosa che volevi.
Sentì le lacrime pungerle gli occhi e si ricordò di quello che un suo amico aveva detto a proposito della musica di lui.
Il suo modo di tenere le note ti faceva pensare al momento in cui una donna sta per piangere,
quando la bellezza trabocca dal suo viso come acqua da un bicchiere, e si darebbe tutto pur di non averle
fatto del male, quando il suo viso è qualcosa di così calmo e perfetto che , lo sai, non potrà durare.
Ma quell'attimo, più di ogni altro, ha in sè il presentimento dell'eterno; i suoi occhi trattengono la storia di tutto ciò che le donne e gli uomini si sono detti fin dall'inizio dei tempi.

20 mar 2011

12 mar 2011

Post Nudo #2

(al bellissimo...)


Prendiamo per esempio le finestre di una casa.
Aperte.
O la musica ad un volume alto ma non chiassoso.
La luce che illumina solo i sorrisi.
Le risate che sono tante e sincere.
Nessuna ipoteca sul futuro.
Gli atti per nessuna ragione dovuti.
I mille motivi dimenticati.
La strada vecchia ma nuova, nuovissima.
Le mani gentili.
Le parole semplici.
Il punto di vista, in movimento.
I sapori sono quelli della tua terra.
Le carezze così profonde, così delicate.
Si balla ogni genere di musica, senza distinzione.
I vecchi volti sono vecchi pensieri.
Piccole stupide ragazzate indimenticabili.
Tornata nel piccolo porto di una casa solo mia,
mi godo il viaggio, amici miei,
e me lo godo sempre, sola o in compagnia,
con chi voglio io.

Quanto minchia c'ho messo a ricordarmi di quanta luce faccio io?














19 feb 2011

Soltanto i primi venti minuti...


Una bambina di tre anni è morta, apparentemente annegata
Sua madre scopre che in realtà è stata uccisa
e scopre anche l'identità degli assassini.
Sono due studenti della sua classe.
Due tredicenni, impunibili per via della giovane età.
E decide di vendicarsi, di farlo da madre ferita, da insegnante disillusa, da donna disperata.
Inietta nel latte che fa bere ai due studenti sangue infetto e li condanna 
raccontando all'intera classe quel che ha fatto
a comprendere il valore della vita attraverso il dubbio e la paura di perdere la propria.


qualcuno mi starà già mandando affanculo, sentendosi privato del gusto della storia,
ma vedete questi sono giusti venti minuti di un film capolavoro incontrato per caso.

Per la precisione i PRIMI VENTI MINUTI
il resto del film è tutto ovviamente da guardare
comprendere e scoprire...

Io posso solo dire che come già mi accadde con Festen
adoro i film che non fanno del fatto , del colpo di scena, del mistero
l'esca per tenerti due ore davanti allo schermo.

C'è tanto altro da dire ma magari ne parliamo dopo che lo avete visto....

Confessions
(Kokuhaku, 2010, Giappone)

 Regia: Tetsuya Nakashima

Con: Takako Matsu, Masaki Okada, Yoshino Kimura

Genere: Drammatico


Durata: 106'

3 gen 2011

il 2010.




E' iniziato l'8 gennaio con una confessione che aspettavo di fare da tempo
Ed è finito il 17 gennaio con una violenza.

E' rimasto sospeso nel nulla per parecchi mesi poi all'improvviso è esploso
con un bacio appena sfiorato, che mi ha paralizzato dopo infinite nefandezze davanti alla mia vergogna 
e mi ha legato polsi e caviglie.

Il 25 giugno mi è scappato un urlo, una preghiera ed un silenzio violento, profondo, dovuto e sentito.
E poi...

Tantissimi km, i telefonini finalmente dimenticati, la musica al volume dei miei desideri,
un mare mio come mai nella vita e la certezza che tornare indietro non si può e non si deve, a volte.

Poi i sassi di una spiaggia ficcati nei reni, le nottate passate a cercare di dormire dove nessuno - da solo -  dovrebbe mai, qualche divano di fortuna e una carezza ogni tanto per far finta di vivere.

Una chiacchierata sulla spiaggia piena di confessioni insospettabili fatte a chi non sapevo fosse già mio,
un brindisi davanti ad una cena surreale,
la nostalgia di tutti gli amori passati e la paura di aver perso l'amore dentro,
nel cuore,
 la forza sconsiderata di dire, dopo un' infinita serie di "si", soltanto "no".

Un nome che non vuole andare via ma che si perfeziona in essenza e sostanza.
Uno sguardo sincero nella folla e il senso proibito dello scoprire che per qualcosa e qualcuno 
io esisto ancora e non sono cosa scontata.
Una famiglia, la mia tutta, da tenere lontana per sbagliare e scegliere senza fare male a nessuno.
Una famiglia, mia e non naturale, tutta da riconoscere e a cui non dire mai addio.
Amiche meravigliose insperate e amici di una vita ingialliti col tempo, per invidia, per debolezza.

La paura - quella vera - che avevo dimenticato.
La rabbia - quella sincera - che finalmente esce da me e si fa voce.
E il corpo...nuovo, ancora troppo fermo, ma così vivo, così presente e pronto a cambiare.

Il peso che oscilla tra il nulla e un tutto pensato, 
l'alcool che mi tiene in vita e 
un'estate che ha avuto il mio nome e la mia anima, 
con sofferenza, piacere e dignità

La ricerca di una nuova possibilità, di un nuovo modo di stare al mondo, una corsa impensabile tra me e il mio pensiero,
 a chi fa prima...!

La consapevolezza dopo millenni dei miei sbagli e dei miei meriti.
La voglia di essere una sola persona. integra. intera.
La forza di sbagliare altre mille volte perchè ci credo io e sono pronta a perdere tutto per quello in cui credo.

E il volere che si fa di nuovo religione,
il dovere solo a me stessa una nuova verità, una nuova dignità
e il potere solo piangere a volte, solo ridere, solo godere.
Ancora troppe parole dette, e un bisogno di casa che non pensavo avrei mai sentito così violento dentro di me.

E poi, a parte, qualcuno che mi porta via, ma lo fa davvero,
"perchè altrimenti non posso mai stare con te"

ed è tutela, cura, pensiero, azione e terre mai viste, regalate ai miei occhi in fughe senza pari.

E le mie incoerenze tutte da risolvere e comprendere
e questa dannata attitudine a non affogare che mi fa stare a galla 
ma mai nuotare sott'acqua mai capire nel profondo mai rischiare 
che non mi fa mai fidare di nessuno

questa ottusa attitudine a scappare alla prima che mi mette in bilico...


c'è voluto un anno, meravigliosamente insicuro e portentoso come questo 2010
per togliere la rete....


in agguato in ogni angolo della mia vita e del modo in cui me la giro e rigiro 
tra le parole i sorrisi le mani e il profumo
questa fottutissima capacità di non rischiare mai davvero, tutta ancora da neutralizzare

e intanto un anno nuovo a cui dare il buongiorno,
senza malinconia
senza paura, ormai, davvero


bello o brutto 
ora so che posso sostenerlo
che posso chiedergli di essere come lo voglio io
tutto sta a dirlo 


Attendo le mie nuove parole
e mi sgranocchio patatine fritte

era un anno che non lo facevo!


15 dic 2010

corrierino dei piccoletti



chi ha detto che non passeggiamo mai e non ci svegliamo mai presto?

Pane e cioccolata





Chiamiamola fortuna, forse rivoluzione.
Di certo c'è che di tornare a vedere film non era preventivato
e ancora meno lo era di tornare a scriverne.
La verità è che forse più di tutto mi sconvolge l'ignoranza che conservo dentro di me
e la sorte felice che viene sempre a cercarmi, anche quando tutto farebbe temere che non ho nessuna voglia
di farmi trovare nemmeno da lei.
"Ogni giorno a tutte l'ore nasce un uomo che alla felictà è destinato..."
verissimo, comincio a temere di essere tra questi, che mi piaccia o no, che ci creda o no!

Ad ogni modo
cominciamo da una parola particolarmente cara al mio cuore da qualche tempo a questa parte
"caffèèèèèèèèè!"
Ecco io Lui l'ho sempre legato a questo, al caffè.
"Se nun è bono che piacere è?!"
Lo so che c'è da vergognarsi nel dirlo,
ma insomma una sana ammissione di colpe talvolta fa bene all'anima.

Io Nino Manfredi l'ho sempre pensato stipendiato dalla Lavazza.
Punto.

Poi un giorno, abbarbicata su un divano bellissimo me lo sono trovato davanti che fingeva di non saper scrivere per non farsi riconoscere, poi avvelenato l'ho visto pedalare una bicicletta rovesciata in riva al mare, poi - ed è da qui che parto  - me lo sono ritrovata in un film talmente tanto attuale e complesso che non ho potuto trattenermi.
Toccava proprio parlarne, possibilmente scriverne - che ho scoperto essere il mio solo modo per capire davvero cosa sento.

Bene,
veniamo a Lui - sì, sì Nino - che per l'occasione però di cognome fa Garofalo.
Vive in Svizzera, ma è italiano.
Lavora in un ristorante di lusso, ma è in prova.
Teme e detesta un turco in prova come lui che potrebbe occupare l'unico posto da cameriere libero, ma ci dorme insieme.
Parla a sua moglie in fotografia, ma ascolta la vicina greca suonare il piano (o almeno così pensa...)
Trova una bimba strangolata in un parco, fugge, viene fermato dalla polizia, si sente spacciato ma credono alla sua innocenza e lo rilasciano (anche perchè c'è già un reo confesso ....prete ovviamente)
Viene buttato fuori dal ristorante e dalla Svizzera per aver pisciato su un muro per strada, ma non ha il coraggio di ripartire con gli altri emigranti che cantano disperati e felici "che basta il sole, che basta il mare..."
vive da clandestino per un pò cercando un lavoro e lo trova grazie ad un ricco corrotto manager che è fuggito dall'Italia dopo aver mandato in rovina e per strada millemila operai con tutta la fabbrica ma quello si suicida
si ritrova su un treno ma scende di nuovo che di sentir cantare un milanese "almeno abbiamo la nebbia" proprio non gli regge il cuore
finisce in un pollaio dove tutti vivono la vita di polli e galline e ridono felici sostenendo che in fondo differenza non c'è ma lui si accorge che differenza invece c'è
si tinge i capelli di biondo e si ritrova in un bar, ma che volete si gioca Italia contro Svizzera e a lui il biondo non piace per niente, "goooooaaaaaaaaaaallllllllllllllllllllllllllllllllllllll"
questa il volta il treno lo vuole prendere, anche dopo che l'amica greca - intanto sposata - ha ottenuto per lui il visto....ancora italiani che cantano "almeno abbiamo il sole"....ancora una volta giù dal treno, ma sta volta non in stazione, in una terra di nessuno, probabilmente al confine, ancora in tempo per restare in Svizzera dove forse una possibilità c'è. o forse - è vero - a ben guardare NON c'è se sei nato povero, se sei straniero.


Mille le possibili idee e i possibili spunti,
politici ...che a ben guardare ancora c'è chi dice che tanto abbiamo il sole e a ben guardare ancora c'è chi anche senza sole ci prova senza successo, che da st'Italia -ora come allora- si può solo andare via e che la Svizzera per una pisciata sviene tutta intera ma per i capitali sporchi ha sempre le gambe aperte!

Umani...che in quel solco che pochi provano davvero a superare non è detto che ti tocchi in sorte la vittoria (quasi sei destinato a fallire sembra suggerire ogni singola scena del film), ma che l'impresa è talmente tanto importante e la speranza talmente tanto forte che perfino la più usurata volontà non riesce ad arrendersi.

E poi c'è il personale...che a me interessa sempre troppo forse....che quel mare ce lo abbiamo dentro ma sentirlo cantare talvolta è offensivo, che vista da fuori certa pacifica resa fa schifo al punto che preferiamo un'umiliazione fiera, un insuccesso costante, alcune volte persino ingiustizie scottanti pur di non arrenderci all'idea che è tutto qui, che di meglio non può esserci.

C'è questo ordine pulito di un uomo che vive di nulla
questa qualità assoluta di un attore che in soli tre film ha già scalato tutte le vette ed è diventato il mio attore preferito
questa costante crudeltà di immagine e testi
questa scena del pollaio così spregiudicata e surreale da restarti sulla pelle
e questa cosa attorno che mi confonde, che non capisco, che mi fa sussurrare tra un milione di km fatti e da fare e questa prima serata di insonnia casalinga che
"ogni giorno a tutte l'ore nasce un uomo che al dolore è destinato..."
ed io amo pensare che pur appartenendo all'altra famiglia non posso allontanarmi dal rischio di diventare presto una di loro....almeno per un pò ....almeno quanto basta per sentire che una differenza non c'è.
Quanto basta per vedere che una differenza c'è.


Regia Franco Brusati

Con Nino Manfredi, Johnny Dorelli, Anna Karina

Anno: 1973, Italia

Musiche: Daniele Patucchi


Pane e Cioccolata

in ordine di apparizione...