4 ott 2014

Me ne assumo la responsabilità.

Di qualcosa che sa di una delusione profonda e mai lasciata andare. 
C'è qualcuno che mi attende, sempre.
Ed io allungo sempre di un pò il tragitto, giro al semaforo dopo,
non rispetto i tempi, di nessuno. 
Nemmeno i miei. 








Questo pomeriggio mi è sembrato di riuscire a dire qualcosa.
A bassa voce e da vicino. Atmosfera, momento, umore, le solite cose che durano un secondo.
Eppure il fiato era mio. Le parole le ho scelte. Il pensiero era onesto.

Mi tengo del momento solo questo.
Il resto lo dimentico prima ancora di farlo arrivare dove so bene come si sbrana,
smonta e mai più rimonta un gioco.
Attività che svolgo con una certa dose di competenza. Oramai.




Mi lascio 15 giorni per riflettere, mi impegno a fare molto e pensare poco,
scrivere tutto e registrare e muovermi, da sola.


Poi voglio sentire che succede.
Voglio sentire il mio suono.






 




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