20 gen 2014

GBS






Ho smesso di mangiarmi l'unghia dell'anulare 
da quando me lo sono chiusa dentro un cancello.
Mi sono tenuta un urlo dentro per decenza prima,
poi c'ho guadagnato la più bella delle dieci dita delle mani.

Ho iniziato a correre anche al chiuso
per puro bisogno di non pensare.
Me ne sono vergognata prima
 poi m'è piaciuto,
ora ne ho bisogno.


Quando resto sola sono infinitamente forte,
quando sono vicina agli altri sono stupidamente arrendevole,
 faccio tanto di quel casino in entrambi i casi che 
c'è da esser fieri di me.


Ogni tanto penso al passato con una lacrima pronta a cadere.
Quando cade vuol dire che la giornata sarà breve,
quando resiste mi sembra che tutto duri di più.
Peccato che lo capisca solo alla fine della giornata.
 E' che le lacrime non mi faranno mai da termometro.

 Ho preso l'abitudine di smettere di avere abitudini.
Lo trovo delizioso.

 Ho speranza da vendere a mezzo pianeta.
La smercio per tre ore al giorno 
e la regalo alla meglio per tutto il resto del tempo,
nessuno me lo riconosce ma ora
la vedo bene la luce che li illumina quando decido che è ora di ridere.

Passo spesso per frivola.
Ogni tanto mi piace ingigantire i miei piccoli piaceri e
godo d'ogni occhio strabuzzato e d'ogni livore,
anche l'invidia o il fastidio sono pizzicotti che ti svegliano.

In ogni caso - preso o dato - 
 un calcio in culo ti fa fare un passo avanti.







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