16 feb 2010

A proposito di Lilith



Lei non è il capriccio, ma l'opportunità.

E il corpo.
Il corpo caldo del vino nel momento in cui viene versato, il corpo curvo degli oceani, quello tumultuoso dei campi di grano, il corpo del vulcano in ogni pezzo di pane, il corpo delle radici che invocano una nuvola, il corpo del desiderio eretto tra me e la morte, il corpo dell'arena, della battaglia e delle sue vittime, il corpo dell'apogeo e dell'abisso, il corpo dei treni che corrono, dei tetti insonni, il corpo dell'acqua bagnata dal vento, il corpo del piacere di assopirsi tra due rive, il corpo della traccia di un bacio sul collo, del sudore del sesso, dei respiri affrettati sulle soglie, il corpo delle camere complici e di quelle invidiose, il corpo del calore bruciante, sbocciato nelle pupille, e dell'impronta svanita dei miei antenati, il corpo delle parole di dolore, del delirio abbandonato a se stesso, a me stesso, il corpo dell'anemone che porta la terra sulle sue spalle, il corpo ruvido di una cascata di paura, il corpo dell'eco, il corpo dei segreti svelati dalle mura delle case e dei segreti quando i muri delle case li tacciono, il corpo di ogni catastrofe sul punto di avvenire, il misterioso corpo della lingua umida, il corpo del fremito dell'umidità rarefatta, il corpo delle cosce impreviste, il corpo della foresta incendiata dalla propria legna.


Lilith

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