13 apr 2009

Cartoline da l'Aquila


Entrare a L'Aquila non era difficile come dicevano.

All'istante si ha la sensazione che sia tutto uguale.
Se non fosse per le case crollate sulla strada per arrivare, già da Navelli
non avresti nemmeno la lontana sensazione di quello che avviene.

Mi viene in mente la rubrica "Aguzzate la vista", sapete ...quella della settimana enigmistica.
E' una cosa semplice...per me...ho un bello spirito di osservazione, mi piace allenare questo senso.

L'istantanea è scattata, cominci così a cercare i dettagli a mettere a fuoco a "vedere" davvero...

primo dettaglio: una crepa in basso, dalla terra verso in cielo che accompagna il muro di una casa, la divide a metà.

secondo dettaglio: il cornicione di un palazzo è crollato, oh! guarda ...è sbeccato anche quello, quest'altro che ho ai piedi non so da dove sia caduto ma è a terra, sbriciolato.

Terzo dettaglio: in lontananza la cupola crollata, l'avevo vista in tv, la vedo ora...assurdo non l'avevo mai notata venendo qui quando era intatta.

Quarto dettaglio: una macchina sfondata, dall'alto...la macchina sembra schiacciata per metà, parabrezza sfondato.

Quinto dettaglio: altri vetri infranti a terra, tiro su lo sguardo sto passando sotto un palazzo che ha come delle "sbucciature"...le finestre sembrano storte...non i vetri che proprio non ci sono...parlo delle fessure, del buco proprio, degli "occhi" della casa...sono tutti asimmetrici, zoppi, pericolanti.

Sesto dettaglio: dal finestrino aperto mi arriva un odore strano...di solito è teatrale, penso sia un odore del cuore, io a L'Aquila ci vengo solo a recitare. Poi mi viene un sospetto, il dubbio...qualcosa che ha a che vedere con la sensazione di "polveroso" che ho intorno...la polvere forse, l'aria in movimento costante tra scosse, paura e crolli...forse è quella "polvere" che l'accomuna a teatro, forse c'è un odore reale

Settimo dettaglio: ogni dieci persone individuo sette divise. Variopinte, dal rosso al blu...corpetti, caschi ovunque, il giallo catarifrangente delle divise

Ottavo dettaglio: il rumore silenzioso. Non parole, allarmi. Non motori, sirene. Non passi, stasi. mai sentito un suono simile in tutta la mia vita.

Nono  dettaglio: tetti...ci sono tutti sembra...ma i colori sono anomali. poi capisco...non sono tutti tetti, sono vuoti, graffiati, penzolanti.

Decimo dettaglio...no non arrivo a tanto.. non continuo, ho capito una cosa...
questa volta la rubrica "aguzzate la vista" non mi risulta semplice...riesco a farlo, riesco a guardare ...noto, osservo, raccolgo informazioni...ma non capisco.

C' è qualcosa di inafferrabile in quello che vedo, intuisco dalla quantità di dettagli che raccolgo che potrei continuare per ore, so che se riuscissi a vedere "dall'alto"... non parlo di un elicottero, parlo della distanza sentimentale e di quella  logica che mi fa confrontare ora questa realtà con quella che ho in testa da sempre,ecco... forse ...se avessi quella ora vedrei qualcosa che non so reggere e che ora non voglio assimilare.

è troppo più grande di me.

troppo vasta.

troppo tragica.

troppo inattesa.

troppo difficile.


e allora meglio buttarsi in un campo, il primo dove so di trovare qualcuno da "toccare".
e' singolare come la necessità di toccare sia diventata una specie di ossessione di questi giorni.

ho bisogno di materia tra le mani. 
carta, penne, tasti del computer per comunicare fino a che ho dovuto osservare da fuori questa ....cosa.

spalle, collo, odore, busto, braccia, viso di Giulio adesso che ce l'ho davanti, di Monica poi appena la incontro, di Marco che viene a trovarmi e di tutti quelli che conosco e che in questi giorni mi sono sembrati irreali, immaginari, evanescenti.

Vorrei smettere di essere così infantile nella ricerca di me, della forza giusta per esser con loro sul campo ad aiutare...mi accorgo oggi del perchè non riesco a dormire, comprendo ora cosa si è mosso dentro.

lo comprendo mentre torno a casa.


gratitudine verso il loro lavoro 
il disgusto verso i luoghi violentati 
la pietà commossa verso ogni casa ancora in piedi
il fascino che provo per ogni monte, albero, fiore rimasto fermo
ad osservare una terra che collassa, che si scuote , che si sveglia, 
che ci sveglia.


L'aquila, 11 Aprile 2009


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