8 apr 2008

notte insonne


Qualche volta ho il coraggio di chiedere alle persone che con me e di me respirano la quotidianità se davvero ci sono.
Lo faccio sbagliando spesso tono, tempi e modi, lo faccio solo quando davvero sento che niente è come dovrebbe essere, lo faccio sperando e sognando l'abbraccio caldo delle cose vere.
La carezza di un padre, la concentrazione, la dedizione e lo sforzo dovuto ad un figlio piccolo o ad un cucciolo.
Ma io non sono un neonato, nè un cucciolo di qualsiasi specie e non sono un genitore affettuoso e paziente.
E così mi capita di offrirmi alla pochezza ed ai limiti miei e di chi mi sta accanto.
Come fosse inevitabile conoscere ciò che non c'è, che non si può avere, nè pretendere...a volta nemmeno nominare.
E divento tristezza e lacrime senza conforto
vento e vuoto
ombra e senso di vertigine...E' la pena a cui mi offro spontanea
dopo aver costruito un mondo rigido di parole e suoni attorno a me
dentro cui affogare, essere fraintesa, equivocata, confusa con il rumore caotico che io stessa contribuisco a creare.
Non resterò per sempre qui
ma sarò per sempre così
e questa notte nulla può consolarmi.

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