21 mar 2010

Revolutionary Road (o del senso delle proporzioni)

(e di Kate Winslet mi sto innamorando!)


E' che sono Bambini, sempre
che siano sistemati, sposati e con figli
o siano lupi solitari abituati alle brutture della vita

E come i Bambini sanno usare i colori
e imparano a nominare le immagini su un foglio
e chiamano sole una macchia gialla
e chiamano mamma una macchia rossa
 e guardano un cerchio e lo chiamano casa

E come i Bambini chiedono ai nostri occhi
di credere al loro balbettare parole e pensieri 
tutti in divenire, tutti da decifrare, capire e credere

E tu sei lì a tracciare linee nuove con loro 
a seguire il loro sviluppare desideri e muscoli
e grammatica per nominare i loro sogni
e sguardo e braccia e mano per delineare i loro tratti su un foglio

piano piano tutto si sviluppa e trova un suo luogo 
ed una sua dimora 
ed un suo senso
e resta solo una cosa da allineare davvero

il senso della proporzione
(che nel disegno è la prospettiva ma sappiamo che la differenza non è nello sguardo,
pure il più anomalo dei bipedi sa che salvo rarissime eccezioni una casa è
più grande della mamma!!!!)

quella inspiegabile idea per cui per loro 
la macchia rossa chiamata mamma è più grande del cerchio chiamato casa
e che non sempre cambia crescendo (!)
se proprio la crescita vogliamo nominare...


capita così che due persone 
un uomo ed una donna 
un bambino ed una moglie
o forse un ragazzino ed una donna poco portata a far la moglie
decidano di incontrarsi di nuovo 
in un posto dove essere di nuovo speciali
come la prima volta che si sono visti
capita che ad uno il solo sognare basti per sentirsi un altro
e capita che all'altra non serva il viaggio ma la meta

E poi tutto svanisce 
perchè
quel senso delle proporzioni è una fregatura assoluta
ognuno ha il suo e non ce n'è... 
non lo si può proprio modificare
l'assurdo pensiero per cui 
per qualcuno mamma è più grande di casa
per qualcun altro fuori è più grande di dentro
per qualcun altro ancora fine è più grande di inzio

E resta il silenzio
la delusione 
una certezza
ma anche un dubbio per me, un dubbio grande...


comincio dal dubbio:


perché chiediamo agli uomini di crescere ?

perché vorremmo restare noi eternamene bambine?

o perché forse vorremmo vederli volare  davvero e non solo su un foglio di carta?

o forse perché in fondo noi che da sempre insegniamo loro nuovi tratti da disegnare e nuove forme associate a nuovi nomi siamo le prime a non trovare il coraggio per provare che  davvero quel volo si può fare oltre il foglio e speriamo in loro, crediamo in loro, pensiamo che loro - se non grazie a noi almeno con noi- ce la faranno
a fare di una vita un volo
e di un volo la nostra rivoluzione...



....?


e finisco con la certezza:


Anticonformisti
Speciali
Diversi
Pazzi 
Avventati
Incoscienti
Bellissimi
qualunque tipo di animali si sia diventati agli occhi degli altri in coppia
è certo che bisogna stare molto attenti...
Gli occhi degli altri - quando non appartengono ad un folle puro (che ho amato in questo film) - 
sono solo trappola 
e furto, giudizio e specchio per i fallimenti 
mai per la gloria.

Ed io che di immagine troppa ne ho avuta nella vita da sola e in coppia
annoto con cura il senso di un messaggio privato 
che male agli altri di certo non farà

Diffidare, profondamente sentitamente costantemente, 
del come "ci guardano" e "ci nominano" gli altri...
soprattutto in coppia

le mine delle loro parole 
sistemate con leggerezza ogni volta che c'era da adularci
o da complimentarsi 
perchè tutto andava bene
scoppiano in faccia quando tutto va male
sono pronte e caricate a tempo
attendono solo il momento giusto 
per brillare e distruggere quel che già a stento resta in piedi
e lasciare agli angoli opposti 
due metà
con le loro debolezze 
le loro paure 
i loro bisogni
l'improvvisa fortissima certezza di non esser mai stati insieme 
e quello stramaledetto senso privato delle proporzioni.


Titolo originale: Revolutionary Road

Durata: 119'

Regia: Sam Mendes

Anno: 2008

Cast: Leonardo di Caprio, Kate Winslet

Revolutionary Road


P.S. Questo film appartiene ad un trittico di film o forse semplicemente ad una tre giorni in cui 
nessun film sembrava parlarmi davvero chiaramente e così
nel dubbio di star seguendo soltanto una mia assurda sensibilità momentanea 
ho deciso di leggere il libro da cui è tratto il film, dal titolo "I non conformisti",
e di allegare al mio personalissimo (ed inaffidabile) commento  
qualcosa che ho trovato dichiarato dall'autore Richard Yates

In un'intervista del 1972, Yates, che credette sempre che il romanzo avesse un unico e semplice filo conduttore («la maggior parte degli essere umani è ineluttabilmente sola e la tragedia della loro vita è nascosta in loro stessi») commentò il fatto che tutto venga soppresso o abortito: «Ricordo che quando stavo lavorando alla prima stesura, qualcuno mi chiese di cosa stessi trattando e io risposi che avrei scritto un romanzo sull'aborto. E quel tipo non capì. Io risposi che avrei discusso tutta una serie di aborti, di ogni tipo - una commedia teatrale abortita, delle carriere abortite, ambizioni abortite, piani e sogni abortiti - tutte mirate verso un vero, reale e fisico aborto, con una morte alla fine. E probabilmente questa è la sintesi più efficace del romanzo e che più si avvicina al suo spirito»

Nessun commento:

Posta un commento

articoli correlati

in ordine di apparizione...