24 apr 2008

λόγος, λέξη



    Ovvero le parole di cui ho paura....Non è mia abitudine perdermi in chiacchiere sulle cose - per fortuna a conti fatte poche - che io trovo brutte, dolorose o traumatiche (tipica tara da intrattenitrice radiofonica) ma - e perdonatemi se lo faccio a spese di chiunque leggerà questo post - tocca proprio sfogarsi di tanto in tanto. Lo diceva sempre mamma - Non venire da me, piangendo, a dire che ti hanno tirato uno schiaffo. Forse avevano torto, forse ragione. L'unica cosa che so per certo è che eri a portata di mano.- poi aggiungeva - ti voglio bene - e gli stronzi tornavano ad essere un ricordo. La fiducia negli altri restava. E' il mio dono innato, uno stato prezioso da difendere e da dedicare - pensavo e penso - a persone migliori.
    Cresciuta in una famiglia dove amore è talvolta non capire, non conoscere, intuire e amare in silenzio senza troppe analisi del come e del perchè, è inutile negare che la sopravvivenza nel mondo reale mi ha sempre creato diversi problemi.
    Giunti alla fine di questo bellissimo e faticoso aprile, prima di partire per una spero calda toscana segno un promemoria delle parole di cui diffidare e dei perchè ...

  • condivisione, la cerchiamo tutti - soprattuto in amicizia e amore - ma chi ne parla spesso o ne fa un manifesto, di solito, sta solo creando uno spazio in cui svuotare tutte le sue più indegne frustrazioni e inutili logorroiche pippe mentali, con la scusa più o meno dichiarata della estrema sincerità e trasparenza.Il tutto naturalmente a spese tue, ma sono dettagli.

  • percorso, in bocca ad un attore o ad un artista al di sotto dei trentacinque anni ne determina irrimediabilmente il carattere debole, mediocre,privo di fantasia.
  • livello artistico, definizione ridicola e cacofonica tipica di chi non può, per vergogna o finta umiltà, definirsi tale.
  • dinamica di scontro, piccola trappola linguistica che di solito è seguita o accompagnata da una serie di regole del buon confronto, un paio di concetti ridicoli sul "non uso" delle amate parolacce di cui io sono grande fan e da una spruzzatina di buonismo...così, tanto per introdurre le formule standard al punto che segue...
  • tutti i "constato che" "noto che" ad inizio discorso o frase, termini di stampo politico, se usati in amore, vengono utilizzati per impostare in modo apparentemente distaccato un discorso.in pratica è il fumo negli occhi di chi sta per tirarvi un cazzotto in piena faccia. da vigliacco, a mani basse
Forse comincerò a fare largo uso di queste frasi, parole e formule...per dargli un nuovo volto.
Le parole, a differenza dei molti bipedi che mi hanno preso a schiaffi per superbia o paura in passato, meritano nuove opportunità, nuovo sentimento e nuove idee.
Ad ogni modo intanto promuovo mia madre a Visionaria del giorno e la voto come donna migliore del secolo.

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