15 dic 2010

corrierino dei piccoletti



chi ha detto che non passeggiamo mai e non ci svegliamo mai presto?

Pane e cioccolata





Chiamiamola fortuna, forse rivoluzione.
Di certo c'è che di tornare a vedere film non era preventivato
e ancora meno lo era di tornare a scriverne.
La verità è che forse più di tutto mi sconvolge l'ignoranza che conservo dentro di me
e la sorte felice che viene sempre a cercarmi, anche quando tutto farebbe temere che non ho nessuna voglia
di farmi trovare nemmeno da lei.
"Ogni giorno a tutte l'ore nasce un uomo che alla felictà è destinato..."
verissimo, comincio a temere di essere tra questi, che mi piaccia o no, che ci creda o no!

Ad ogni modo
cominciamo da una parola particolarmente cara al mio cuore da qualche tempo a questa parte
"caffèèèèèèèèè!"
Ecco io Lui l'ho sempre legato a questo, al caffè.
"Se nun è bono che piacere è?!"
Lo so che c'è da vergognarsi nel dirlo,
ma insomma una sana ammissione di colpe talvolta fa bene all'anima.

Io Nino Manfredi l'ho sempre pensato stipendiato dalla Lavazza.
Punto.

Poi un giorno, abbarbicata su un divano bellissimo me lo sono trovato davanti che fingeva di non saper scrivere per non farsi riconoscere, poi avvelenato l'ho visto pedalare una bicicletta rovesciata in riva al mare, poi - ed è da qui che parto  - me lo sono ritrovata in un film talmente tanto attuale e complesso che non ho potuto trattenermi.
Toccava proprio parlarne, possibilmente scriverne - che ho scoperto essere il mio solo modo per capire davvero cosa sento.

Bene,
veniamo a Lui - sì, sì Nino - che per l'occasione però di cognome fa Garofalo.
Vive in Svizzera, ma è italiano.
Lavora in un ristorante di lusso, ma è in prova.
Teme e detesta un turco in prova come lui che potrebbe occupare l'unico posto da cameriere libero, ma ci dorme insieme.
Parla a sua moglie in fotografia, ma ascolta la vicina greca suonare il piano (o almeno così pensa...)
Trova una bimba strangolata in un parco, fugge, viene fermato dalla polizia, si sente spacciato ma credono alla sua innocenza e lo rilasciano (anche perchè c'è già un reo confesso ....prete ovviamente)
Viene buttato fuori dal ristorante e dalla Svizzera per aver pisciato su un muro per strada, ma non ha il coraggio di ripartire con gli altri emigranti che cantano disperati e felici "che basta il sole, che basta il mare..."
vive da clandestino per un pò cercando un lavoro e lo trova grazie ad un ricco corrotto manager che è fuggito dall'Italia dopo aver mandato in rovina e per strada millemila operai con tutta la fabbrica ma quello si suicida
si ritrova su un treno ma scende di nuovo che di sentir cantare un milanese "almeno abbiamo la nebbia" proprio non gli regge il cuore
finisce in un pollaio dove tutti vivono la vita di polli e galline e ridono felici sostenendo che in fondo differenza non c'è ma lui si accorge che differenza invece c'è
si tinge i capelli di biondo e si ritrova in un bar, ma che volete si gioca Italia contro Svizzera e a lui il biondo non piace per niente, "goooooaaaaaaaaaaallllllllllllllllllllllllllllllllllllll"
questa il volta il treno lo vuole prendere, anche dopo che l'amica greca - intanto sposata - ha ottenuto per lui il visto....ancora italiani che cantano "almeno abbiamo il sole"....ancora una volta giù dal treno, ma sta volta non in stazione, in una terra di nessuno, probabilmente al confine, ancora in tempo per restare in Svizzera dove forse una possibilità c'è. o forse - è vero - a ben guardare NON c'è se sei nato povero, se sei straniero.


Mille le possibili idee e i possibili spunti,
politici ...che a ben guardare ancora c'è chi dice che tanto abbiamo il sole e a ben guardare ancora c'è chi anche senza sole ci prova senza successo, che da st'Italia -ora come allora- si può solo andare via e che la Svizzera per una pisciata sviene tutta intera ma per i capitali sporchi ha sempre le gambe aperte!

Umani...che in quel solco che pochi provano davvero a superare non è detto che ti tocchi in sorte la vittoria (quasi sei destinato a fallire sembra suggerire ogni singola scena del film), ma che l'impresa è talmente tanto importante e la speranza talmente tanto forte che perfino la più usurata volontà non riesce ad arrendersi.

E poi c'è il personale...che a me interessa sempre troppo forse....che quel mare ce lo abbiamo dentro ma sentirlo cantare talvolta è offensivo, che vista da fuori certa pacifica resa fa schifo al punto che preferiamo un'umiliazione fiera, un insuccesso costante, alcune volte persino ingiustizie scottanti pur di non arrenderci all'idea che è tutto qui, che di meglio non può esserci.

C'è questo ordine pulito di un uomo che vive di nulla
questa qualità assoluta di un attore che in soli tre film ha già scalato tutte le vette ed è diventato il mio attore preferito
questa costante crudeltà di immagine e testi
questa scena del pollaio così spregiudicata e surreale da restarti sulla pelle
e questa cosa attorno che mi confonde, che non capisco, che mi fa sussurrare tra un milione di km fatti e da fare e questa prima serata di insonnia casalinga che
"ogni giorno a tutte l'ore nasce un uomo che al dolore è destinato..."
ed io amo pensare che pur appartenendo all'altra famiglia non posso allontanarmi dal rischio di diventare presto una di loro....almeno per un pò ....almeno quanto basta per sentire che una differenza non c'è.
Quanto basta per vedere che una differenza c'è.


Regia Franco Brusati

Con Nino Manfredi, Johnny Dorelli, Anna Karina

Anno: 1973, Italia

Musiche: Daniele Patucchi


Pane e Cioccolata

in ordine di apparizione...