6 apr 2010

Il Dubbio


C'erano riusciti,
peccato!
Hanno rischiato davvero di farcela...

di costringermi e convincermi al punto da dichiarare che questo film aveva il titolo
più appropriato della terra è che sarebbe rimasto per me
per sempre
solo e soltanto una domanda,
una risposta sempre troppo vaga
un post impossibile
una pagina bianca
una bozza incompleta
insomma
un dubbio.

Il dubbio.

Dato che fino ad oggi nessun film mi aveva messo in questa difficoltà...

E poi accade,
che per un caso,
per un amore,
per una assurda discussione
tanto forte quanto lontana dalle storie di questo film,
tutto è diventato chiarissimo.

E il dubbio è svanito.

La vita degli altri,
l'intervento sulla vita degli altri,
il tatto,
il contatto,
molto oltre la pelle
ma anche attraverso quella.

Non è questo che facciamo per tutto il tempo che siamo in vita in fondo?
entrare ed uscire dalle vite degli altri,
sfiorarli
scontrarli
comprenderli o ignorarli
sottovalutarli o considerarli troppo
domandarci di loro
spiandoli come nemici
anche quando li amiamo,
sussurrando di paura ad ogni gesto
anche solo perchè ci affascinano
per differenza
per dissonanza
per unicità.

La vena anticlericale che mi contraddistingue mi aveva buttato fuori pista dal primo istante
alle prime due sottane di monache e benedizioni e ostie
ero partita allegra verso la via della condanna,
ma quale dubbio?
per me un prete è sempre colpevole
una suora sempre antipatica
(eccetto Suor Maria e Suor Angelica, una vera donna della mia infanzia e  l'altra somma eroina del buon Giacomo Puccini)
e un ragazzino educato dai frati sempre un pò a rischio


Ma il punto non era questo
assolutamente non lo era
non parla di questo il film
e adesso mi sembra di capire perché
 la tesi del "come ti sputtano il clero corrotto"
a cui sembra di assistere per un pò
sul finale si smonta
si affloscia
fino a sparire
lasciandoti nella disincantata certezza d'essere stata spremuta dal "marketing"
girato attorno a questa pellicola.

Le vite degli altri
e quanto siamo capaci, pronti o semplicemente adatti a
toccarle.


Non si parla che di questo.

La Meryl Streep più rancida e colossale di sempre,
protagonista inflessibile de Il dubbio
ci prova in tutti i modi

Vuole entrare nella vita di tutti
glielo chiede un senso del dovere
una ossessione per il controllo
forse anche una fin troppo ostinata ricerca di una verità
una naturale inclinazione verso la disciplina e la lealtà

è onnipresente nella vita, nella stessa psiche, delle novizie che ha sotto

si ritrova carnefice e indagatrice della vita del suo antagonista, tanto equivoco quanto innocente, tanto simpatico quanto saccente, insomma un mostro inaffondabile
che vince anche quando perde
che viene promosso anche quando fugge

e si fa scandalizzare dalla reazione di una madre
(alla cui vita si accosta come angelo, come bocca della verità
come salvatrice, come solerte amica - lei ne è certa - )
che non le ha chiesto nessuna intrusione
che non le ha chiesto nessuna rivelazione
che non vuole essere disturbata
che ha altre ragioni
altri obiettivi
altre considerazioni da fare e fatte
e che ha un lavoro
che la chiama a sè
molto più di questioni - vere o presunte - dal sapore dubbio, disgustoso, doloroso


E' la vita degli altri
e non ci si può avvicinare se non su richiesta
e non ci si può avventurare senza guida
pena la solitudine
la frustrazione
e...nemmeno a dirlo ...il dubbio per l'eternità.


Quella sospensione profonda che non ti fa comprendere
molto oltre il sopravvaluto gioco del "torto o ragione"
se davvero hai toccato quel che era la verità
o almeno
quel tipo di verità che davvero serviva a cambiare una vita
a modificarne il corso
a salvarla,
in una parola.


C'erano riusciti a fregarmi
è un fatto certo
non fino in fondo
ma il rischio è stato grande...

Gli indizi c'erano tutti.

Parliamo di lui,
quel falso co - protagonista di un prete
così mellifluo, simpatico, egocentrico e "rivoluzionario"
eppure così ben integrato
così vicino alla minoranza delicata di un ragazzino "troppo dolce"


la pelle
un altro contatto, un'altra allusione al contatto con la vita degli altri

in questo film la pelle non la vedi
ma se ne parla,
sempre,
costantemente

perchè è alla pelle che si allude, quella fisica, quella della carne
ed è di pelle che si parla, quella più comoda in una civiltà benpensante e moderna, la presunta vittima adolescente ha la pelle nera, una minoranza da salvare anche nella "libera" America

e poi i consigli,
una violenta intrusione degli adulti sui più giovani,
dei maturi sui più acerbi,
dei più forti sui più delicati,
intrusione buona per qualcuno
infida per qualcun altro
dipende quanto "esclusivi" o "interessati" sono i consigli dispensati, si intende...


Tanto rumore
ma alla fine si torna lì

la vita degli altri

che è così diversa dalla nostra
che è così sfuggevole
impossibile da interpretare e decodificare
che è così difficile da cogliere
che è così piena di segni e contraddizioni
che come fai poi a non vivere nel dubbio?


E restano solo le finestre sempre troppo aperte nelle giornate di vento...
è la vita,
la tua in mezzo a tante altre
e le carte
i documenti
i segnali
e gli indizi
che si mischiano e
sparpagliano a caso
lasciandoti dentro quel freddo delicato dell'autunno
della mente e del cuore
che comprende che
alla vita degli altri
ci si potrà avvicinare
sempre e solo in compagnia del dubbio
della paura
e della voglia irrefrenabile
di capire
molto più che di sapere
del sentire molto più che di provare
del riconoscere molto più che del dimenticare

E' la vita degli altri
ed è, come in questo film,
priva di veri colpevoli
ed è sempre, come in questo film,
sacra,
nel senso più misterioso del termine

fuori e dentro qualsiasi chiesa, tempio o moschea
fuori e dentro qualsiasi casa o palazzo
fuori e dentro qualsiasi nostra convinzione o credo

Solo e soltanto questo,
la vita degli altri.


Non c'è colpevole
Non c'è innocente
Non c'è dubbio.


Ora sì, ve lo consiglio, guardatelo,
è girato e pensato molto bene...



Titolo Originale Doubt

regia John Patrick Shanley

cast Meryl Streep Philip Seymur Hoffman

Durata 104'

Anno 2008


Il Dubbio




Up...

...In the Air ovviamente
no!
niente radio!
avrei detto
On the Air dai....

E invece qui la musica non c'entra niente
a parte qualche snervante musichetta da sala d'attesa
o magari qualche radio di sottofondo da negozio
ma nemmeno tanto...

Del resto anche i cd ed i dischi appesantiscono uno zaino
ed occupano spazio
e ci rallentano il cammino
e in questa storia,
nella vita di quest'uomo
rallentare non è contemplato
appesantirsi anche meno
poichè la vita - ce lo dice proprio lui  -
è movimento
e nostro dovere è vaggiare leggeri
umanamente
setimentalmente
e concretamente.

Ecco a questo punto il mio fido lato oscuro della forza mi ha sussurato durante la visione che
andava benissimo così.

Ci sta tutta questa filosofia di vita,
ha senso,
almeno oggi.

Poi che volete...il buonismo,
la famiglia che ti irrompe nella vita,
una donna più coerente di te,
un nuova metodologia di lavoro
ed una assistente tanto prearata quanto fragile
e tutto si incrina ..

anche il mio umore...

Perchè questo buonismo dell'amore
la crisi di coscienza dell'uomo che ha tutto
e all'improvviso si accorge che è solo
che fa un lavoro sporco e spietato
dello zaino che da zero a mille si riempie
è solo  - passatemi il termine arcaico e un pò esotico - una stronzata.

E per fortuna il film non ha un lieto fine 
altrimenti era Walt Disney.

Ma il fastidio che ho provato
durante la visione di un film a mio parere prezioso
è rimasto tra le mie dita...

perchè?

ma perchè semplicemente non è vero
che si è sempre in tempo per cambiare vita
o meglio
per aumentare la quantità di "peso" nello zaino

e non perchè - per semplificare - il mondo non aspetta te!

ma perchè a ben guardare chi per indole o vocazione
ha deciso di vivere solo per se stesso
non muta pelle e animo in trenta secondi
non la sa cercare quella intimità che vorrebbe
non sa conquistarsi quel pezzo di vita privata cui ha rinunciato per amor di "leggerezza!

ahi voglia a raccontarci che sa trovare il coraggo per cercare la
sua donna e diventare romantico così - all'improvviso -
ma quando?

queste cose son da film...

Resta un perfetto George Clooney
una fotografia da "alberghi" e "pendolari" sapiente
e una serie raccapricciante di testimonianze
su cui varrebbe la pena di scrivere un post a parte
- molto americane in verità, da noi ancora non c 'è tanto professionismo (inutile) in certi momenti critici-
di gente la cui esistenza cambia controvoglia
di volti spaesati che mettono su quella poesia della vita
imparata a memoria prima di nascere
e faticosamente tenuta in piedi una volta poggiati su questo mondo.


Eh sì, io lo penso che alla fine di tutto
è chi ti ama e chi ami tu che la vita te la salva sempre

ma non per tutti
e non per sempre
e non è sempre così che deve andare
e non è detto che sia l'unica possibilità

Insomma
che tu sia nato per viaggiare leggero
o per restare fermo dove sei
quello zaino non si appesantirà nè alleggerirà ad un tuo cenno
perché dentro quello zaino,
bella o brutta
lieve o greve
resterà sempre una sola cosa,
la tua anima,

che non pesa quasi mai 28 grammi come han cercato di dirci altrove ...






Buon Viaggio!

Titolo Originale Up in the Air


Durata


Anno 2009


Regia  Jason Reitman


Cast George Clooney




Tra le Nuvole - Up in the Air









5 apr 2010

Filtri...

Thank You for Smoking!...




No niente canne!!!
Sigarette!

Sì, ancora fumo e sigarette,
ma tranquilli non si parlerà di quanto male o bene fanno
o meglio ci si proverà ma non ci si arriverà mai davvero
si proverà a comprendere a stanare la verità a farla uscire a provarla
ci si proverà, parlando ovviamente....
Perché è proprio lì
 il segreto per allontanare ogni pericolo di comprendere davvero,no?

PARLARE
meglio ancora, definendo, 
Discutere!

"Perché quando discuti, se sai argomentare, non hai mai torto..."

E questo l'irresistibile protagonista di questa storia lo sa fare da dio!

Devo ammetterlo l'ho amato dal principio
nonostante sia il re del Male
l'uomo che ha per sua stessa ammissione 
l'oscuro co-talento
(assieme a quello della parola)
di avere una morale elastica
morbida
plasmabile...

E' il migliore,
lo capisci dal principio,
e ti sorge il dubbio 
che ad avere sempre ragione bisogna godere proprio tanto
anche se non è perfettamente corretto
anche se non è esattamente la verità
anche se non è esattamente etico

però vuoi mettere?!
è strepitosamente irrimediabilmente completamente insostenibilmente
affascinante.

Poi ci si gioca da principio nel film,
vogliono proprio che lo ami
altrimenti perchè
metterti in minoranza l'uomo che - oltre ad essere il narratore di se stesso e di tutta la storia
 (e chi meglio di lui!?) -
  fa maggioranza da solo?

che esistono proprio questi essere così dotati 
da far, da soli, mondo...

Lui, il protagonista, lo è...
è un mondo, lo specchio perfetto di un mondo
che ha le sue stesse pecche morali
ma non le stesse incredibili doti di persuasione e dialettica
nè lo stesso scatto
nè lo stesso slancio
nè la stessa incredibile agilità verbale e mentale

E poi comprendo meglio l'amore che provo per lui
e anche quello che rischiai di provare per uno così...
perché io lo conosco uno così,
lo conosco superficialmente (che - manco a dirlo - potrebbe essere la parte migliore!)
e lo trovo irresistibile
proprio per questa virtù incredibile
imparo ogni volta che lo sento parlare
lo ascolto con l'avidità con cui ascolto un maestro
un pensatore 
un filosofo

solo che lui non è assolutamente nulla di tutto questo
è soltanto
(e scusate se è poco...)
un mago della discussione 
un dio della transazione 
....

lo so, sarà sempre meglio ascoltare un filosofo
un pensatore 
un artista puro
me lo sussurra atrocemente ogni volta la mia troppo solida morale
poi tra la confusione di voci ammirate e non
un brezza snob mi dice "sei così poco fantasiosa da giudicare solo la sostanza..."
ed una molto più perversa e anarchica dice "brava! immagina quella forma con la adeguata sostanza?
non è il senso stesso della Rivoluzione?"

poi di solito il lato oscuro della forza si impossessa di me 
per dieci minuti  con sogni di gloria
lasciandomi con la incrollabile certezza
che quando mi lascio andare a queste considerazioni sono assolutamente ridicola!


La verità è che esiste il talento
e che ognuno gode di un suo posto nel mondo 
che se ha proprio fortuna 
impara a ricoprire con totalità
e che se è la parola 
il talento che ti è capitato in sorte
l'unica sincera sentita via che hai di vivere al meglio e fare il tuo
è 
parlare
parlare 
parlare
e continuare a discutere perché...

discutere equivale non a nascondere la verità ma a filtrarla, non vi pare?

 perché quando discuti, se sai argomentare, non hai mai torto, no?

e perché ammettiamolo,
 se riesci ad avere ragione discutendo col tabacco
(o con tutto quello che facilmente difendibile non è)
puoi avere ragione su tutto e
ti sei guadagnato una fetta di vita in questo mondo, 
che lo sai (!) ha le tue stesse pecche,
ma non il tuo stesso talento...
che non sposta le masse...
che non convince nessuno...
- ahimè talvolta -
 nemmeno se stesso...
e continua a discuterne ...







...Indovinate con chi?





Titolo originale: Thank You For Smoking

Anno: 2005

Durata: 92'

Regia: Jason Reitman

Cast: Aaron Eckhart, Robert Duvall, Katie Holmes


THANK YOU FOR SMOKING





p.s. comunque a me è capitato,
pochi mesi fa,
ad una sigaretta devo la vita....
magari un giorno dirò che ad una sigaretta di troppo devo la fine della mia vita
 ma vedete,
oggi,
per ora,
io devo ad una sigaretta la mia presenza su questa terra...
...e pare che il mio unico talento sia - neanche a dirlo -
parlare....
sarà un segno?











4 apr 2010

As far as my eyes can see...



E' vecchia?
Sì,
 poco più di me
 o forse già troppo

come tutto quello che amo...

Per me avrà sempre dieci anni
ed era suono di cui non comprendevo il senso,
solo il colore..


Per me avrà sempre la forza di un cazzotto nello stomaco a quindici anni 
il giorno che, conscia dell'esistenza di una lingua chiamata inglese,
cominciò a sussurrarmi
"As far as my eyes can see"


Per me avrà sempre diciannove anni
e il sapore delle lacrime sulla tastiera di un piano che era mio solo di notte, 
quando tutti i musicisti andavano via...


..."Tanto lontano quanto i miei occhi riescono a vedere"...

e le prime note...
quelle imparate senza sforzo in un minuto...
quelle di cui conoscevo il senso prima ancora di sentirle...

As far as my eyes can see...






.


in ordine di apparizione...